Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Cronaca
  • Home » Cronaca

    Covid: in tredici Regioni incidenza sopra la soglia critica, ma tutta Italia resta in zona bianca

    Di Antonio Scali
    Pubblicato il 7 Nov. 2021 alle 15:49 Aggiornato il 7 Nov. 2021 alle 17:52

    Ben 13 Regioni italiane presentano un’incidenza di casi di Covid-19 sopra la soglia critica di allerta fissata a 50 positivi su 100mila abitanti. Un dato che conferma un nuovo avanzamento del virus nel Paese, con oltre 6mila casi giornalieri registrati. Ma nonostante l’aumento dei contagi, l’Italia resta tutta in zona bianca. I valori più preoccupanti si registrano in quattro Regioni, per cui se la curva epidemiologica dovesse continuare a salire, non è da escludere un cambio di colore prima di Natale.

    L’incidenza dei nuovi positivi su 100mila abitanti è considerato un valore molto importante, perché al di sopra della soglia dei 50 casi diventa difficile riuscire ad eseguire il tracciamento dei casi. L’altro dato da monitorare è l’occupazione dei posti in area medica e in terapia intensiva. Nel dettaglio, la Regione al momento messa peggio è il Friuli Venezia Giulia, dove l’incidenza dei nuovi casi è pari a 139,6 e l’occupazione dei posti in terapia intensiva è 9,1%. Sotto controllo invece la situazione in area medica, che rimane abbondantemente sotto la soglia critica, perché è al 7,7%.

    Desta parecchia preoccupazione la provincia autonoma di Bolzano dove ci sono ben 189,1 casi settimanali e l’occupazione in area medica è all’11,6%. Confortante invece il dato delle terapie intensive che è 3,8%. Campanello d’allarme anche in Calabria, la quale ha un’incidenza di 52,5, posti occupati per il 10,2% e terapie intensive al 4,7%.

    Da monitorare l’andamento della curva anche nel Lazio, che ha registrato un’incidenza di 63 nuovi positivi ma la situazione dei ricoveri è sotto controllo perché nei reparti c’è un’occupazione pari al 7% e in terapia intensiva è al 4,8%. Come detto, in tutto sono 13 le Regioni che hanno superato la soglia dei 50 casi settimanali. Calabria (52,5%), Campania (56,9), Emilia Romagna (56,1), Friuli Venezia Giulia (139,6), Lazio (63), Liguria (52,1), Marche (50,2), provincia autonoma di Bolzano (189,1), provincia autonoma di Trento (63), Sicilia (51,7), Toscana (57,7), Umbria (51,4), Veneto (75,3). I valori più bassi si registrano invece in Molise (11,1) e Sardegna (14,8). Da sottolineare i numeri molto positivi della Lombardia: 34 casi settimanali, 5,2% posti occupati in reparto, 3,2% in terapia intensiva. Bene anche il Piemonte con 38 nuovi contagi, con 3,5 % in area medica, 3,3% in terapia intensiva.

    Ricordiamo che per il passaggio in zona gialla devono verificarsi tre condizioni: l’incidenza settimanale di nuovi positivi deve superare i 50 casi ogni 100mila abitanti, il tasso di occupazione in area medica deve essere oltre il 15%, il tasso di occupazione in terapia intensiva deve essere oltre il 10%. Al momento tutte le Regioni restano in zona bianca, quella con minori restrizioni, perché sia il tasso di occupazione in area medica che le terapie intensive sono sotto la soglia di rischio.

    Una quarta ondata che d’altronde sta colpendo duramente in gran parte del mondo, con numeri decisamente peggiori rispetto al nostro Paese. L’arma a disposizione resta il vaccino, per cui presto si potrebbe arrivare ad un allargamento della platea di chi potrà ricevere la terza dose, anche sotto i 60 anni. Si attende poi il via libera dell’Ema per immunizzare anche i bambini dai 5 agli 11 anni.

    L’obiettivo del governo è quello di garantire un Natale sicuro e diverso rispetto a quello del 2020. “La situazione in Europa è critica ma l’Italia si distingue in maniera netta: non dobbiamo sottovalutare nessun segnale di allerta ma nemmeno abbandonarci all’allarmismo, perché l’Italia, assieme a Spagna e Portogallo, è la migliore in Europa. Tutto ciò è frutto di un lavoro importante fatto con le vaccinazioni, non abbandonando le mascherine e con il contributo del Green pass”, ha detto Franco Locatelli, coordinatore del Cts e presidente del Consiglio superiore di Sanità. “Le manifestazioni no Green pass sono difficilmente comprensibili per non dire al limite dell’ingiustificabile soprattutto quando poi sfociano nelle violenze che qualche volta le hanno connotate”, ha sottolineato l’esperto.

    “A Natale mancano ancora tanti giorni, quindi è difficile fare previsioni adesso ma saranno delle festività con una maggiore socialità rispetto allo scorso anno. La strada maestra è sempre quella continuare la campagna vaccinale, convincendo chi è restio e resistente al vaccino e completando le dose addizionale seguendo i criteri di priorità nella popolazione”, ha aggiunto Locatelli ospite di Lucia Annunziata a Mezz’ora in più su Rai 3.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version