Covid, le regole per il cenone di Natale
Se ne parla già da settimane, il Natale 2020 certamente sarà difficile da dimenticare e sarà anche un Natale difficile da festeggiare. La pandemia di Covid con la risalita dei contagi ha imposto regole ferree e quest’anno, lo ricorda il premier Conte, “Dobbiamo predisporci a un Natale più sobrio: veglioni, festeggiamenti, baci e abbracci non sono possibili. Una settimana di socialità scatenata significherebbe pagare a gennaio un innalzamento brusco della curva”. E quindi ecco che il capodanno con le folle nelle piazze è escluso.
Ma quali saranno le regole? Per saperlo con certezza bisogna attendere il Dpcm del 3 dicembre, che stabilirà i criteri per shopping, cenone e coprifuoco. Sicuramente non saranno possibili le grandi tavolate con 20 persone ed è probabile che il limite al numero dei commensali sia indicato nel provvedimento. Ma, per le abitazioni private, solo come una “raccomandazione”.
L’ipotesi è quella di un provvedimento “ponte” che, nelle settimane precedenti alle festività, allenti la maglia dei divieti. Il coprifuoco potrebbe essere spostato dopo mezzanotte, ma soltanto per consentire il classico cenone del 24. Nel provvedimento non ci saranno divieti per le abitazioni private, ma solo consigli, così come era avvenuto nel Dpcm di ottobre. Se gli assembramenti all’aperto e nei locali pubblici rimarranno vietati, il governo raccomanderà di evitare feste in casa, suggerendo il numero massimo di sei commensali.
Resta la raccomandazione di indossare la mascherina e mantenere le distanze di sicurezza anche negli appartamenti quando ricevano visite. L’apertura serale dei ristoranti potrebbe essere concessa, ma questa volta il numero massimo delle persone per ogni tavolo sarà obbligatorio. Probabilmente quattro. E sarà mantenuto anche l’obbligo di indossare la mascherina quando ci si alzi o non si stia mangiando o bevendo.
Gli spostamenti
E i congiunti? Attualmente è possibile fare visita agli altri nelle zone rosse (Calabria, Campania, Lombardia, Piemonte, Provincia autonoma di Bolzano, Toscana, Valle d’Aosta e Abruzzo) solo in caso di necessità, dato che sono previste forti limitazioni agli spostamenti. La mobilità è vietata non solo tra regioni, ma anche all’interno del proprio comune, a meno che sussistano comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o per motivi di salute. Per uscire di casa, dunque, serve l’autocertificazione.
Nelle zone arancioni (Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Puglia, Sicilia, Umbria), invece, la circolazione all’interno di un comune è permessa, ma non lo è lasciare il proprio comune di residenza, domicilio o abitazione a meno che ci siano comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.
La fase più delicata sarà dunque il periodo dal 24 dicembre al 6 gennaio, dalla Vigilia all’Epifania. Bisogna decidere se i Dpcm saranno 2 o uno solo (quello del 3 dicembre). Probabilmente quasi tutta Italia sarà gialla, l’ipotesi che sta prendendo corpo è di inserire tra le regole della fascia gialla il divieto di uscire dal proprio Comune di residenza durante le Feste. E di confermare il coprifuoco alle 22.
Leggi anche: 1. Crisanti a TPI: “A mettere in dubbio il vaccino è il Ceo di Pfizer che vende le sue azioni, non io”; // 2. Esclusivo TPI. La notte dei tamponi che imbarazza la sanità campana: in quella RSA test ogni due minuti senza cambiare guanti fatti dal medico indagato; // 3. Esclusivo TPI. Tutti chiusi in casa, ma non l’ordine dei medici di Roma. La denuncia: “Ci sono le elezioni e il presidente vuole far votare 43mila colleghi in presenza”
TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SUL CORONAVIRUS IN ITALIA E NEL MONDO