La mappa dei colori per l’assegnazione delle zone (rossa, arancione e gialla) in Italia cambia repentinamente. Da tre giorni le Regioni che si trovano in fascia arancione sono 14: Calabria, Emilia Romagna, Veneto, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Umbria e Valle d’Aosta. Mentre in fascia gialla, al momento, troviamo: Campania, Basilicata, Molise e Toscana, più la Provincia autonoma di Trento.
L’attesa ora è per il consueto monitoraggio dei tecnici dell’Istituto superiore di sanità, previsto per venerdì 29 gennaio: sulla base dei dati del contagio nella settimana dal 18 al 24 gennaio alcune Regioni potrebbero cambiare nuovamente colore. Solo Puglia e Umbria hanno registrato numeri da zona arancione, ma la seconda è al confine con la zona rossa considerato che l’Rt sfiora 1. Tutte le altre Regioni sono in miglioramento e se verrà confermato entreranno in zona gialla. Ipotesi che riguarda da domenica prossima anche Lazio, Umbria, Abruzzo, Puglia, Calabria, Marche, Emilia Romagna, Liguria, Piemonte, Val d’Aosta, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Il Lazio, con un Rt ieri a 0,94, la Liguria, con Rt medio sotto 1 e rischio complessivo basso, ma anche il Veneto, sono le favorite a entrare in zona gialla.
Sicilia e la Provincia autonoma di Bolzano sono state confermate tre giorni fa in zona rossa e potrebbero diventare arancioni all’inizio della prossima settimana. I numeri dell’ultimo rapporto vanno nella direzione giusta, con l’Rt in calo in entrambi i casi (a Bolzano sotto 1), anche se il livello di rischio resta alto. La Sardegna prova invece a tornare in zona gialla senza aspettare i quattordici giorni. Cagliari ha già avviato i colloqui con Roma e spera in una nuova ordinanza già nei prossimi giorni, basata sui dati attuali e non quelli della settimana compresa tra l’11 e il 17 gennaio. Ma la strada è tutta in salita e se non ci saranno novità ufficiali dal ministero della Salute, resterà in fascia arancione almeno fino al 7 febbraio. Nessuna regione ha invece ancora i requisiti per accedere alla zona bianca, area nella quale la circolazione del virus e l’impegno del sistema sanitario in ambito Covid sono estremamente ridotti.