Gli italiani si chiedono quando finirà la pandemia di Covid 19 in Italia e dal professor Giorgio Palù, presidente dell’agenzia italiana del farmaco (Aifa), arriva un invito ad avere fiducia. “Se terremo a bada il virus nei prossimi due-tre mesi, forse usciremo dal raggio della sua minaccia”, dice il virologo, intervistato dal Corriere della Sera.
Palù ribadisce tuttavia che per il momento occorre avere ancora prudenza. “Le infezioni respiratorie raggiungono il picco in inverno e in primavera-estate si mitigano”, sottolinea, chiedendo di spingere sulle vaccinazioni e di rinunciare “per qualche altra settimana ad attenuazione di colori e tentazioni di riaperture“.
La terza ondata, secondo l’esperto, “si può evitare. Siamo in una fase discendente della curva epidemica, anche se lenta. Non è il momento di distrazioni. Fino a che l’abbassamento dell’Rt non sarà significativo tutti noi siamo chiamati a rispettare le misure di protezione individuale ed evitare gli assembramenti”.
A proposito delle varianti, Palù usa toni rassicuranti: “Il virus ha tutto l’interesse a farci sempre meno danni. Il suo scopo è diventare endemico, restare con l’uomo per sempre, visto che ormai la specie umana è diventata il suo serbatoio naturale”, dice. “Siamo i suoi ospiti prediletti. Lui è un parassita delle nostre cellule, non ha vita autonoma, non vuole eliminarci perché in questo modo si estinguerebbe. Sarà importante studiare tutti i suoi geni per capire fino a che punto si adatterà e quanto tempo impiegherà a smettere di farci paura”.
“La perdita di efficacia dei vaccini” nei confronti delle varianti, specifica il virologo, “non è tale da dover generare sfiducia anche perché mantengono sempre la capacità di bloccare l’infezione attraverso la produzione di anticorpi neutralizzanti diretti contro l’intera proteina Spike”.
Ma quando finirà l’emergenza Covid? Per rispondere basta guardare a Israele, dove “la pandemia è crollata. Significa che la profilassi vaccinale funziona. E parliamo di un Paese dove circolano tutte le varianti note”, spiega Palù. C’è da augurarsi che anche in Europa e in Italia la campagna vaccinale abbia un’accelerazione.
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