Covid, al via il procedimento civile contro Lombardia e Governo chiesto dai parenti delle vittime
È iniziato a Roma il procedimento civile intentato da 500 famiglie che hanno fatto causa a Regione Lombardia, ministero dello Salute e presidenza del Consiglio per aver perso i propri cari nella provincia di Bergamo a causa del Covid-19 in un contagio che, secondo l’accusa, poteva essere evitato.
Come documentato in esclusiva da TPI, la provincia di Bergamo è diventata in poche ore il lazzaretto d’Italia a marzo 2020 a causa della decisione di non istituire una zona rossa simile a quella che le autorità sanitarie – regionali e statali – avevano istituito a Codogno dopo i primi casi di Coronavirus esplosi in Italia. Decisione presa nonostante l’Iss avesse raccomandato al Cts la chiusura delle province di Alzano e Nembro, dove la diffusione del virus era diventata preoccupante già il 2 marzo, in seguito ai casi registrati all’Ospedale Pesenti Fernaroli di Alzano Lombardo.
Ma nell’atto d’accusa si fa anche riferimento al mancato aggiornamento del piano pandemico da parte del governo e la sostanziale impreparazione delle autorità sanitarie di fronte a un’emergenza che, con la dovuta accortezza, poteva essere in parte prevenuta. In occasione dell’inizio del processo alcuni familiari hanno organizzato un sit-in davanti al Tribunale di Roma, a cui hanno partecipato circa 40 persone provenienti dalla Lombardia. “La salma di mio padre era nei camion dell’esercito – ha raccontato una parente al Fatto Quotidiano – non potete neanche immaginare che dolore abbiamo provato”.
Dal procedimento i parenti delle vittime sperano di ottenere giustizia e un risarcimento di circa 100milioni di euro. Le famiglie delle vittime di Bergamo sono convinte di aver pagato per “le malefatte della politica” e che per questo ora è la politica a dover pagare. Il processo andrà a porsi parallelamente a quello penale che si sta tenendo a Bergamo.