A due anni dall’inizio della pandemia e mentre il governo italiano si appresta ad uscire dallo stato di Emergenza, l’Oms mette in guardia: “Non è finita“. “Nonostante le diverse settimane di calo della curva, i casi stanno di nuovo aumentando a livello globale – ha detto ieri il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus durante un briefing a Ginevra – E sono solo la punta dell’iceberg”, ha aggiunto.
Una tendenza che è partita in Asia, dove le autorità sanitarie hanno imposto nuovi lockdown, e che potrebbe dipendere da diversi fattori, tra cui l’alta trasmissibilità della variante Omicron e della sua sotto-variante BA.2 e l’allentamento delle misure restrittive.
“Questo aumento di casi si sta verificando nonostante in alcuni Paesi si effettuino molti meno test, il che significa che stiamo guardando solo alla punta dell’iceberg”, ha ribadito Ghebreyesus, il quale ha specificato che in alcune aree è stato il basso tasso di vaccinazione – causato in parte dalla disinformazione – a determinare il nuovo aumento di casi.
Un aumento pari all’8 per cento rispetto alla settimana scorsa, con 11 milioni di contagi e 43mila decessi riportati dal 7 al 13 marzo, hanno sottolineato i funzionari dell’agenzia Onu. È la prima nuova risalita della curva di trasmissione dalla fine di gennaio a oggi, con la maggior parte delle nuove infezioni registrate nella regione del Pacifico occidentale, che include la Corea del Sud e la Cina, dove sono lievitate del 25 per cento.
Diversi esperti si sono detti preoccupati dalla possibilità che l’Europa stia per affrontare una nuova ondata di Coronavirus: dall’inizio di marzo i contagi sono aumentati in Austria, Germania, Svizzera, Olanda e Regno Unito. Maria Van Kerkhove, funzionaria dell’Oms, ha detto che la variante BA.2 è la più contagiosa in assoluto dall’inizio della pandemia. Ma negli ultimi mesi, ha chiarito, non si è dimostrata più letale rispetto alle precedenti e non sono comunque emerse ulteriori varianti.
“Sono d’accordo con l’allentamento delle restrizioni, perché dopo due anni non si può ancora pensare al Covid come a un’emergenza”, ha detto Antonella Viola, immunologa dell’Università di Padova. “Dobbiamo solo evitare di pensare che il Covid sia sparito. E quindi mantenere le misure restrittive necessarie, che consistono nel monitoraggio e tracciamento costante dei casi e nell’obbligo di indossare la mascherina al chiuso o nei luoghi molto affollati”.