Omicron 5: quali sono i sintomi della sottovariante del Covid
Mal di gola, febbre, tosse e affaticamento: sono i sintomi di Omicron 5, la sottovariante del Covid che sta causando un aumento vertiginoso dei contagi in Italia e non solo.
Ormai considerata prevalente, cioè responsabile del più del 50% di casi registrati nel nostro Paese nell’ultima settimana, Omicron 5 non sembrerebbe provocare sintomi gravi così come dimostrano i numeri relativi ai ricoveri ospedalieri che sono ancora piuttosto bassi nonostante l’aumento dei contagi.
“La stragrande maggioranza dei miei pazienti ha fatto almeno la seconda o la terza e quindi non sviluppa sintomi importanti. Ho avuto solo due malati intubati nelle ultime settimane. Uno, che poi è deceduto, non aveva ricevuto nemmeno una somministrazione, l’altro aveva fatto soltanto una dose” ha dichiarato a La Repubblica Khalid Kussini, medico di famiglia del Friuli Venezia Giulia, una delle Regioni dove si sta registrando una crescita significativa di casi.
Ma quali sono i sintomi di Omicron 5? E come si può curare l’infezione? Ecco alcune informazioni a riguardo.
“In molti hanno il mal di gola e la febbre, anche fino a 39” spiega ancora Kussini. Rispetto alle altre sottovarianti del Covid, Omicron 5 causa inizialmente un forte mal di gola, che poi può sfociare in raffreddore o febbre anche alta e provocare anche dolori muscolari e affaticamento.
Rispetto alla variante Delta, invece, gusto e olfatto difficilmente scompaiono. “Il virus, comunque, generalmente si ferma nelle alte vie respiratorie, alla trachea e ai bronchi. Quindi non causa polmoniti” afferma il presidente della Società italiana di malattie infettive (Simit), Claudio Mastroianni, ordinario alla Sapienza.
Una delle caratteristiche di Omicron 5 è quella di riuscire a infettare anche chi ha ricevuto tre dosi di vaccino o contratto il virus nei mesi precedenti, anche se chi ha ricevuto le somministrazioni ha meno probabilità di sviluppare una malattia grave.
La maggior parte dei casi, come detto, sono gestibili a casa: “Appena fatto il test positivo, i soggetti a rischio come diabetici, cardiopatici o immunodepressi, devono fare un antivirale. Non devono passare più di cinque giorni tra l’esame e la somministrazione” afferma Mastroianni che, per la maggior parte dei pazienti, consiglia “antinfiammatori e tachipirina”.
Secondo gli esperti, inoltre, Omicron 5 è meno duratura rispetto alle altre sottovarianti del Covid: in media, infatti, dopo 5 giorni ci si negativizza.
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