Covid, oggi più ricoveri in terapia intensiva che il 10 marzo
La pandemia da Covid-19 segna una nuova giornata nera in Italia in termini di contagi e morti. Il dato fornito dalla Protezione civile e dal ministero della Salute del bollettino di oggi, mercoledì 21 ottobre, indica 15.199 nuovi casi e 127 morti. Numeri che preoccupano e che stanno spingendo le singole Regioni a emanare ulteriori ordinanze restrittive per contenere i contagi. Ma il dato che più allarma è quello dei ricoveri e delle terapie intensive. Oggi i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 926 (+56 da ieri). Più di quelli registrati il 10 marzo scorso (erano 877). Sono stati quindi registrati più ricoveri oggi che il giorno tra i più bui dell’epidemia in Italia: quello in cui è entrato in vigore il lockdown nazionale annunciato la sera prima (il 9 marzo) dal premier Giuseppe Conte. “Da oggi ci sarà l’Italia zona protetta, le misure già previste dal Dpcm dello scorso 8 marzo saranno valide sull’intero territorio nazionale”, diceva Conte in una conferenza stampa la sera del 9 marzo. Il testo, dopo la firma del Presidente del Consiglio Conte, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e le nuove misure sono diventate operative il 10 marzo. Era il dpcm #iorestoacasa.
Il bollettino del 10 marzo
Il bollettino di oggi, 21 ottobre
Oggi abbiamo più ricoveri in terapia intensiva che il 10 marzo. Confrontando i due bollettini notiamo che quel giorno i nuovi casi erano 10.149, 8,514 le persone positive al virus, 1004 i guariti. I deceduti erano 631. I pazienti ricoverati con sintomi erano 5038 e in terapia intensiva erano 877. Il bollettino di oggi, 21 ottobre, indica invece 15.199 nuovi casi e 127 morti. In totale sono 9.057 (+603) i ricoverati in ospedale, 926 (+56) necessitano di terapia intensiva, mentre 145.459 (+12.044) si trovano in isolamento domiciliare.
Una tendenza in grande aumento nelle ultime settimane, ma che ancora non è arrivata alla soglia di allarme: a oggi, infatti, i posti letto in terapia intensiva in tutta Italia sono 6.628. Un numero, questo, che potrebbe salire di 1.660 unità, o anche di più, se le Regioni accetteranno tutte le forniture del commissario straordinario Domenico Arcuri.