Mix di vaccini anti-Covid, la perplessità di Gimbe: “Mancano studi ampi”
Sul mix di vaccini anti-Covid, decisa dal Cts e rivolta agli under 60 che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca, arriva anche l’opinione della Fondazione Gimbe, che, attraverso le parole del suo presidente, Nino Cartabellotta, esprime tutta la sua perplessità su questa scelta.
Intervenuto a Radio Cusano Campus, infatti, Cartabellotta ha espresso “perplessità su mix di vaccini” dal momento che “ad oggi ci sono solo 4 piccoli studi fatti su un migliaio di persone in totale, non abbiamo alcuno studio controllato e randomizzato”.
“I bugiardini dei vaccini approvati non sono stati finora modificati. Non abbiamo alcuno studio controllato e randomizzato – ha spiegato il presidente della Fondazione Gimbe – quindi ad oggi le uniche evidenze scientifiche che abbiamo, oltre a basi razionali sia immunologiche che biologiche, sono 4 studi piccoli che complessivamente hanno arruolato un migliaio di pazienti che dimostrano che la reazione dopo il mix di vaccini è buona e non ci sono effetti avversi rilevanti”.
“Fino a quando Aifa non modifica i bugiardini, il mix di vaccini è a tutti gli effetti off label (al di fuori delle condizioni autorizzate dagli enti predisposti) – ha sottolineato Cartabellotta – nella mia visione noi oggi avevamo 3 possibilità sulla seconda dose per chi ha fatto la prima con AstraZeneca: non ti fai la seconda dose e rimani coperto al 70%, oppure fai la seconda dose col vaccino AstraZeneca, oppure fai la seconda dose col vaccino mrna, con un consenso informato su quali sono i rischi-benefici”.
“Io mi chiedo come avverrà il sistema di vaccino vigilanza in questa vaccinazione creativa. Alcune Regioni hanno detto che non faranno il mix di vaccini perché vogliono una maggiore sicurezza. Le evidenze scientifiche oggi su questo argomento sono ancora preliminari e mantengono un certo margine di incertezza”.
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