Covid-19 fuori controllo: a Milano arriva l’Esercito per fare i tamponi
Per aiutare Milano a gestire la seconda ondata di Covid-19 arriva l’Esercito, che sta realizzando tre DTD (“Drive-Through Difesa”), ovvero delle postazioni nelle quali si arriva con l’automobile e, senza scendere, si viene sottoposti al tampone da parte degli addetti. Il primo ad entrare in funzione, tra domani e martedì, sarà quello situato in via Novara, che sarà anche il più grande d’Italia. L’area scelta è quella dell’ex parcheggio costruito per i mondiali di calcio di Italia ’90 e poi rimasto largamente inutilizzato per i successivi trent’anni. La scorsa estate, non senza polemiche, la zona è stata indicata per la ricollocazione del tendone utilizzato dagli islamici di Milano per la loro preghiera settimanale: attualmente si trova accanto al Palasharp, ma è necessario spostarlo per via degli imminenti lavori di riqualificazione.
In seguito saranno operativi anche gli altri due DTD: uno nel parcheggio del Parco Romolo e l’altro presso l’aeroporto di Linate. L’intervento è necessario per gestire la crescente richiesta di test, a seguito dell’aumento dei casi sospetti e dei controlli. Nelle scorse settimane, ad esempio presso l’ospedale San Carlo, ci sono state attese anche di otto ore per potersi sottoporre al tampone. Lorenzo Guerini, ministro della Difesa, ha detto che “la Sanità Militare, con le sue specificità nel campo medico e ricerca, ha dimostrato in questi mesi la sua importanza e il valore strategico e questo ulteriore supporto, in collaborazione con il Ministero della Salute, consentirà di poter garantire un controllo ancora più capillare sul territorio. Ringrazio ancora una volta i nostri soldati, i medici, tutto il personale sanitario e tutti i militari che in silenzio operano senza sosta in questa lotta”. Dal 9 novembre, inoltre, presso l’ospedale militare del Quartiere Baggio, è previsto anche l’inizio delle vaccinazioni antinfluenzali, allo scopo di aiutare la Regione a svolgere un compito fondamentale, ma non certo privo di difficoltà.
L’esercito schiererà 33 team sanitari sul territorio della Lombardia, dei quali otto nella città di Milano. A livello nazionale, saranno invece 200 le squadre impiegata nella operazione chiamata “Igea” e condotta da team interforze, con personale proveniente da tutte le forze armate. Ogni team è composto un medico, due infermieri, due autisti e due carabinieri o poliziotti. Oltre all’attività di somministrazione dei test, sarà potenziata anche quella di analisi dei tamponi: entro fine novembre è prevista l’operatività di 12 laboratori analisi della Difesa, in grado di processare circa 19.000 test settimanali, che si andranno ad aggiungere a quelli oggi gestiti presso l’ospedale militare Celio di Roma, l’Istituto di Medicina Aerospaziale dell’Aeronautica Militare (IMAS) di Roma, il Centro Medico Ospedaliero (COM) di Milano e il Dipartimento di medicina legale (DMML) di Padova.
Leggi anche: 1. L’inganno dei tamponi: 5 milioni di euro al giorno per 200mila test, c’è a chi conviene tutto questo. Intervista a Crisanti / 2. Covid, Conte: “Numeri preoccupanti, stiamo valutando se intervenire ancora” / 3. Coronavirus, torna l’incubo lockdown: ecco quali sono le Regioni e le città più a rischio
4. Covid, il paradosso del bar tabacchi che dopo le 18 rimane aperto a metà: “Dove guadagna lo Stato il virus non c’è” | VIDEO / 5. Calabria, sindaco chiude la scuola ma non c’è nessun contagio: “Tutela psicofisica dei bambini” / 6. “Evitare il lockdown? Separiamo i giovani dagli anziani”: la proposta di tre economisti