Covid, Galli: “Il Natale? Ce lo siamo giocato: non sarà più come prima”
“In ogni caso il Natale ce lo siamo giocati comunque, rispetto a quello a cui eravamo abituati”: il primario del reparto Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, non ha alcun dubbio sugli effetti che l’ultimo Dpcm e in generale l’impennata di casi da Covid-19 avrà sul modo di intendere le festività degli italiani. Da domani, infatti, quattro Regioni (Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta) saranno zona rossa, quindi sperimenteranno una nuova forma di lockdown – seppur più soft rispetto a marzo – mentre altre due, Liguria e Sicilia, diventeranno zona arancione. Anche in questo caso ci saranno dure restrizioni alla vita quotidiana. Nella speranza del premier Giuseppe Conte, gli italiani dovranno sopportare queste misure adesso per essere più tranquilli a Natale.
Ma in ogni caso, le feste di quest’anno non potranno mai essere come quelle a cui siamo abituati. Gli italiani dovranno infatti rinunciare alle grandi tavolate in famiglia e in generale continuare a convivere con il Coronavirus mettendo in atto tutti quegli accorgimenti utili a non rischiare il contagio. “Convivere con il virus – ha continuato Galli, presente stamattina al Forum sistema salute – non significa ricominciare a fare quello che si faceva prima, ma mantenere una serie di restrizioni, anche molto fastidiose, che rimarranno. Altrimenti, ci si ritrova punto e da capo, come abbiamo visto nella pratica”. Considerando che perché le misure imposte in ogni Dpcm abbiano effetto sulla curva epidemiologica servono circa due-tre settimane, secondo il primario del Sacco di Milano le ultime restrizioni potrebbero essere tardive. E soprattutto servirà evitare una nuova, temibile ondata: “Una volta bloccata questa ondata, dobbiamo fare in modo che non arrivi la terza. E per farlo bisogna rispettare le regole”, ha concluso Galli.
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