Covid, indennizzi per le aziende penalizzate dal Dpcm: come e quando arrivano
Il nuovo Dpcm anti-Covid firmato nella giornata di domenica 25 ottobre dal premier Giuseppe Conte penalizza diverse aziende, che verranno supportate con una serie di aiuti: ecco come e quando arriveranno gli indennizzi promessi dal governo. Secondo quanto dichiarato dal presidente del Consiglio in conferenza stampa: “Sono già pronti indennizzi per tutti coloro che verranno penalizzati da queste nuove misure. I ristori arriveranno sul conto corrente degli interessati attraverso un bonifico dell’Agenzia delle Entrate”. In serata, invece, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha dichiarato al Tg1 che i soldi potrebbero arrivare “persino entro l’11 novembre, perché ci sarà lo stesso meccanismo già autorizzato per il vecchio fondo perduto. Quindi tutti quelli che hanno già fatto domanda per questi contributi li riceveranno in automatico”. Gualtieri ha anche aggiunto che gli indennizzi saranno superiori a quelli elargiti in primavera e che a questi verranno aggiunti il credito di imposta sugli affitti per tre mesi, l’eliminazione della rata Imu, la cig per i lavoratori e l’indennità di 1.000 euro per i collaboratori.
Non c’è ancora una norma operativa sugli indennizzi (il Cdm dovrebbe deliberarla entro martedì 27 ottobre), ma, se lo schema seguito sarà lo stesso utilizzato nella scorsa primavera, i contributi a fondo perduto potranno essere richiesti da titolari di partita Iva che esercitano attività d’impresa o di lavoro autonomo. Per ottenere i fondi, in primavera era necessario avere uno di questi requisiti: ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019 (stavolta si parametrerà il calcolo sui mesi di ottobre e novembre 2019) e inizio dell’attività a partire dal 1° gennaio 2019.
A maggio, l’ammontare degli indennizzi alle aziende in difficoltà a causa dell’epidemia di Covid è stato calcolato applicando una diversa percentuale differenza tra l’importo del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 e l’analogo importo del mese di aprile 2019. Le percentuali previste erano: 20 per cento per i soggetti con ricavi o compensi non superiori a euro 400.000 nel periodo d’imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del decreto. 15 per cento per i soggetti con ricavi o compensi superiori a euro 400.000 e fino a euro 1.000.000 nel periodo d’imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del decreto. 10 per cento per i soggetti con ricavi o compensi superiori a euro 1.000.000 e fino a euro 5.000.000 nel periodo d’imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del decreto.
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