Covid, Gimbe: “Meno casi fino a metà maggio, poi inevitabile crescita contagi”
Gli effetti delle misure restrittive di aprile si vedranno fino a metà maggio con un calo dei casi, poi vi sarà una inevitabile crescita dei contagi: è la previsione della Fondazione Gimbe alla luce delle prossime riaperture previste per il 26 aprile prossimo con la reintroduzione della zona gialla.
Secondo la Fondazione, infatti, gli effetti delle zone rosse e arancioni si protrarranno sino alla metà di maggio con il risultato che sia i nuovi casi che la pressione ospedaliera si ridurranno nelle prossime settimane.
Il ritorno al giallo e le riaperture delle attività, però, determineranno “inevitabilmente” una ripresa della curva epidemica “da un lato mitigata dalla ridotta probabilità di contagio all’aperto per l’aumento delle temperature che riduce l’effetto aerosol, dall’altro alimentata dall’aumento dei contatti sociali e, soprattutto, dal mancato rispetto delle regole”.
Secondo Gimbe, comunque, al momento non è possibile ridurre l’incidenza settimanale dei nuovi casi al di sotto di 50 casi per 100.000 abitanti, soglia considerata massima per poter riprendere un tracciamento efficace.
“Sul fronte vaccinazioni è realistico mettere in sicurezza over 70 e fragili entro l’inizio dell’estate. Questo avrà un impatto rilevante su ospedalizzazioni e decessi, ma non sulla circolazione del virus che richiede di mantenere tutte le misure individuali, come ribadito dal Presidente Draghi” ha dichiarato all’Ansa Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe.
Secondo Cartabellotta le riaperture sono una “decisione politica sul filo del rasoio, ma inevitabile. Serve la massima collaborazione dei cittadini per non compromettere la stagione estiva”. Insomma bisogna evitare il “liberi tutti” per evitare una nuova impennata dei casi.
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