Covid, Galli sulle riaperture: “Rischio calcolato? Calcolato male” | VIDEO
L’infettivologo Massimo Galli critica il governo sulle nuove norme anti-Covid, che prevedono le prime riaperture per la fine del mese, affermando che il rischio calcolato dall’esecutivo è un “rischio calcolato male”.
Intervenuto a Otto e Mezzo nella serata di venerdì 16 aprile, il direttore/responsabile del reparto Malattie Infettive all’Ospedale Luigi Sacco di Milano ha commentato la decisione del governo di reintrodurre, a partire dal 26 aprile, le zone gialle, che prevedono diverse riaperture, tra cui quelle di bar e ristoranti anche a cena, a patto che vi sia il servizio al tavolo all’aperto.
Riferendosi alle parole del premier Mario Draghi, che nel corso di una conferenza stampa ha parlato di “rischio basato sui dati scientifici che sono in miglioramento”, Galli ha espressamente dichiarato che si tratta di un “rischio calcolato male”.
“Abbiamo ancora più di 500mila casi di infezione in atto, che vuol dire averne il doppio” ha dichiarato l’infettivologo nel corso del suo intervento.
“Alle fine del lockdown di maggio 2020 ce ne erano meno di 100mila ufficiali. Abbiamo fatto 23 dosi e mezzo di vaccino ogni 100 abitanti e ci sono ancora molti anziani non vaccinati”.
“Rispetto a un paese come il Regno Unito che ha chiuso per un periodo lungo e molto significativo siamo messi peggio. Eppure Boris Johnson ha espresso in modo molto chiaro che riaprire prevede casi, morti e difficoltà”.
“Il sistema dei colori non ha funzionato – ha aggiunto Galli – basta vedere l’esempio della Sardegna che in tre settimane da zona bianca è passata a zona rossa”.
“La curva dei contagi vede una flessione appena accennata per questo finiremo per avere presto un segno opposto, a meno che non si riesca a vaccinare così tanta gente da metterci in una situazione di reale sicurezza. Ma non mi sembra questo il caso. Rimango in allerta e con grande preoccupazione”.
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