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    Covid, Massimo Galli: “L’estate ci è costata 20mila morti che si potevano evitare, rischi dall’esodo prenatalizio”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 7 Dic. 2020 alle 11:42

    Covid, Massimo Galli: “L’estate ci è costata 20mila morti”

    “L’estate ci è costata 20mila morti”: è il calcolo fatto dall’infettivologo Massimo Galli, direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, sui decessi causati dall’allentamento del rispetto delle misure anti Covid nel corso del periodo estivo. “È un conto che mi fa fatica fare: più di 20mila morti li avremmo potuti in larga misura evitare” ha dichiarato Galli ad Agorà, la trasmissione d’approfondimento in onda su Rai 3. L’esperto ha quindi sottolineato la necessità di continuare a stringere i denti per evitare l’arrivo di una terza ondata: “Sono cose che stiamo ripetendo da giorni. Se riesci a stabilire una tendenza favorevole, vuol dire che le misure prese stanno dando risultati ma non vuol dire che il virus sia scomparso. Non cantiamo la stessa canzone che è stata cantata più volte, anche spesso stonando, del periodo estivo… il mancato rispetto delle note di questa canzone ci ha portato alla terribile ripresa autunnale”.

    Sul possibile esodo prenatalizio, prima dell’entrata in vigore delle norme anti-Covid, Galli ha risposto: “Le avvisaglie temo che ci siano tutte, se sono vere le prenotazioni”. L’esperto ha poi sottolineato: “Questo è un paese in cui si pensa che le soluzioni individuali siano assolutamente lecite ma poi ti scagli contro gli altri che non si comportano nel modo giusto per garantire la sicurezza di tutti. Ma la sicurezza di tutti parte dai nostri comportamenti”.

    Uno dei pericoli per il post Natale, oltre al possibile aumento dei contagi, è l’arrivo dell’influenza: “Negli ultimi 20 anni il periodo del picco influenzale si è più frequentemente manifestato tra fine gennaio e le prime settimane di febbraio. In anni recenti, se non sbaglio nel 2016-17, il picco è stato decisamente anticipato tra Natale, Capodanno o le prime settimane di gennaio, cosa che credo non succederà quest’anno”. L’esperto ha sottolineato che l’utilizzo delle mascherine potrebbe rallentare l’arrivo del picco influenzale e criticato che non ci sia stata “di fatto la vaccinazione che avremmo voluto vedere nei tempi giusti”.

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