Alessio D’Amato, assessore alla sanità della Regione Lazio, intervistato dal Messaggero afferma che il governo dovrebbe introdurre l’obbligo vaccinale su tutto il territorio nazionale. Fa l’esempio del Lazio: “Ci sono ancora 400mila persone non vaccinate. Potranno sembrare poche rispetto a una popolazione di quasi sei milioni, ma in termini assoluti è un numero altissimo che mette a rischio gli altri abitanti”. Specifica anche che sono circa 2mila le prime dosi iniettate al giorno: “e non è poco. Ma abbiamo fatto di tutto per convincerli e ormai l’unico modo per sradicare questo zoccolo duro è l’obbligo vaccinale”.
Riguardo alla misura che sta valutando il governo, e cioè del tampone per i vaccinati per andare al cinema, al teatro o ad altri eventi, D’Amato pensa si stia mandando un messaggio sbagliato: “Si rischia di sostenere che la copertura della vaccinazione sia poco efficace e che questo farmaco non sia l’arma principale contro il Covid” e specifica che la dose booster aumenta le difese contro le varianti. La barriera più efficace contro Omicron sarebbe, quindi, la dose di richiamo. E per recuperare il tempo perduto l’assessore dice che non rimane altra strada che l’obbligo vaccinale: “Se fossimo partiti un mese prima con il booster, ora avremmo raddoppiato la platea degli immunizzati”. Anche perché i tamponi non sono uno strumento attendibile per arginare il virus: “Capita che il giorno nel quale ti sottoponi risulti negativo, ma magari stai già incubando la malattia”, dice d’Amato.
Sul rischio del ritorno dell’Italia in zona arancione – come ha sostenuto il professor Guido Rasi – l’assessore alla sanità dice al Messaggero che bisogna che le valutazioni siano fatte settimanalmente, come accaduto finora, “e condivise nella cabina di regia tra governo e Regioni”. La vera questione, però, per D’Amato rimane la vaccinazione e quindi l’obbligo di questa.