Covid Campania, la Asl Napoli 3 affida i tamponi per i dipendenti a una società privata esterna
TPI oggi rivela come anche per i tamponi ai propri dipendenti l’Asl Napoli 3 ricorra al metodo della trattativa diretta con un’azienda privata, la Campania Emergenza srl di Mondragone. I nuovi documenti di cui siamo venuti in possesso provano il sostanziale affaticamento delle Asl campane, ridotte a una continua rincorsa per la realizzazione dei tamponi, non solo ai cittadini della regione, ma anche ai propri dipendenti.
Nelle determina a contrarre di cui siamo venuti in possesso, l’Asl stessa affida a una società esterna privata – la Campania Emergenza srl di Mondragone appunto – i tamponi per il personale interno Asl.
Asl Napoli 3, contattata da TPI, fa sapere che questa procedura è stata intrapresa “probabilmente per motivi di sicurezza, sanificazione e isolamento per ogni singolo dipendente”.
Mentre continua la nostra inchiesta sulla truffa dei tamponi falsi in Campania, vicenda scoperta dalla giornalista Amalia De Simone grazie a una serie di intercettazioni e testimonianze inedite che rivelano come funzionava il sistema (qui la prima parte dell’inchiesta), emerge quindi che trattativa diretta (e priva di bando di gara) e contratti al ribasso sono il segno distintivo di una gestione dei servizi legati al Covid-19 in Campania su cui molto ancora si deve scoprire.
“La Regione Campania, come è noto, ha chiesto alle Aziende Sanitarie di effettuare, come attività di screening, il tampone naso-faringeo per ogni singolo dipendente (Dirigenti Medici, Dirigenti SPTA, Comparto, personale a tempo determinato compresi anche gli operatori pulizie, mensa)[…] Considerati i tempi ristretti per l’effettuazione dei tamponi, si ritiene di affidare l’incarico di screening di cui all’oggetto alla ditta Campania Emergenza già incaricata dall’Azienda per l’effettuazione dei tamponi a domicilio. Oggetto: Screening degli operatori della ASL Napoli 3 sud (ad esclusione degli ospedali) con tampone rinofaringeo”.
“Per l’urgenza”, si legge ancora nella premessa, “è stato affidato il servizio di noleggio di veicoli speciali, con relativo personale, per l’esecuzione domiciliare di tamponi Covid 19, attraverso trattativa diretta con la soc. Campania Emergenza al prezzo di 350,00 € (per veicolo adoperato al giorno) per un periodo di giorni cinquanta scaduto il 2 maggio 2020”.
“Tale servizio si è portato per la pandemia in corso oltre tale data ed è ancora in corso e nel contempo come da nota prot. n. 88169 del 4/06/2020 la Direzione Strategiaca Aziendale ha commissionato uno screening di tutti gli operatori di questa ASL ad esclusione di quelli ospedalieri”, scrivono nella delibera.
Via libera, dunque, all’ennesima trattativa diretta per la gestione dei servizi legati al Covid-19. Scaduti i termini e attesa la necessità ancora in essere si va verso una prevedibile proroga, probabilmente, da qui all’eternità. O almeno, fino a quando questa emergenza – che dura ormai da 10 mesi – non finirà.
Già ad aprile 2020 era scoppiata la bomba del trasporto in ambulanza dei pazienti contagiati da Covid 19 e della gestione di ambulanze impegnate per la somministrazione di tamponi, per tutto l’arco della giornata, su interi spaccati dell’area metropolitana partenopea. Un’approfondita inchiesta dei carabinieri aveva svelato come i prezzi offerti da un’azienda in particolare fossero notevolmente al ribasso rispetto ai costi sostenuti da chi ha il compito di trasportare malati e sanificare filtri e barelle, potendo fare affidamento anche su personale qualificato in ogni vettura (almeno due professionisti pronti ad intervenire).
L’inchiesta svelava come i costi garantiti dalla ditta finita nel mirino delle denunce – e oggetto di trattativa diretta con Asl Napoli 2 e Asl Napoli 3 – fossero eccessivamente al ribasso. Secondo la perizia contabile depositata, in alcuni casi, si offriva un servizio per 350 euro al giorno forfettari per la realizzazione dei tamponi, costo ritenuto largamente al di sotto delle quote di mercato.
Insomma, non bastano gli esposti e le inchieste per fermare il metodo dell’appalto diretto nella gestione della cosa pubblica. A inizio pandemia, la Procura di Napoli ha deciso di aprire una sorta di fascicolo omnibus sulle spese in materia sanitaria. Un faro sempre acceso a proposito di contratti per appalti e forniture, firmati nel pieno della grande emergenza. L’inchiesta coordinata dai carabinieri è nata per fare chiarezza su uno dei tanti business che si sono fatti strada all’indomani dell’emergenza sanitaria. Ma il fascicolo è tutt’altro che chiuso.
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