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    Covid-19, in Rete aumenta la paura: solo l’8,8% degli italiani ha un sentimento positivo per Conte. L’analisi di Identità Digitale

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 30 Ott. 2020 alle 15:19 Aggiornato il 30 Ott. 2020 alle 15:20

    Covid, in rete aumenta paura: solo l’8,8% degli italiani ha sentimenti positivi per Conte

    L’impennata dei contagi da Covid-19 in Italia, l’aumento della pressione sugli ospedali, le terapie intensive che tornano a riempirsi e i morti che ricominciano ad aumentare a dismisura: nelle ultime settimane il virus sta mettendo in ginocchio il nostro Paese e, a giudicare dalle parole chiave più cercate in Rete, gli italiani adesso hanno davvero paura. A dimostrarlo è un’analisi realizzata da Identità Digitale, secondo cui sul web “vince, ed era prevedibile, il pessimismo”. “Nell’ultima settimana – spiega il Ceo Helene Pacitto, che ha lavorato ai dati e li ha letti con il giornalista Gaetano Amatruda – in Rete c’è stato un aumento del 56 per cento dei temi di discussione legati al Covid, al lockdown e alle chiusure imposte dal nuovo Dpcm del Governo Conte. Sono 104mila le menzioni nella Rete con gli hashtag monitorati, con un engagement (capacità di coinvolgimento della Rete) di 348,9mila”.

    Le parole chiave più cercate sono state, oltre a “Covid19”, “lockdown” e “Dpcm”, anche “ItaliaSiRibella”, in concomitanza con le proteste di piazza dovute alle ultime restrizioni imposte dal Governo Pd-M5s. Il periodo analizzato comprende sia quello settimanale 21-27 ottobre, che quello mensile 28 settembre-27 ottobre. “Solo il 7,2% degli utenti – spiega ancora Helene Pacitto – esprime un sentiment ‘positivo’, il 33,9% sceglie l’opzione ‘negativa’ ed il 58,9% ha un giudizio ‘terzo’. La themecloud e la tagcloud evidenziano, rispetto alle rilevazioni di marzo e giugno, un cambio di terminologia. Alla discussione sui tamponi si associano argomenti come ‘coprifuoco’, ‘chiusura’, ‘Italia si Ribella’. Le emoji più usate sono una fotografia dello stato d’animo del Paese ed allora si spiega l’uso del tricolore, dell’emoji con la mascherina e della faccina ‘disperata’ che porta le mani sul volto”.

    C’è un altro dato, poi, che diventa molto importante alla luce anche dell’ultimo sondaggio realizzato da Ilvo Diamanti per Repubblica, secondo cui il consenso del premier Conte – seppur il presidente del Consiglio sia il leader più amato in Italia – è in grosso calo rispetto al periodo della prima ondata di Covid-19. Nell’ultimo mese, sul web, il premier “collezionato 179,8mila menzioni, un engagement di 658,8mila, con un sentiment positivo per l’8,8%, negativo per il 28,7%, neutro al 62,5%”, ha dichiarato Pacitto.

    Ma chi sono gli utenti che sulla Rete parlano di Covid-19 e dimostrano di avere molta più paura del virus che in passato? Il 60,4% sono uomini, il 39,6% sono donne, la fascia di età 25/34 è la più coinvolta nel tema per il 46,6%, seguita dai più giovani 18/24 anni per il 28,6%, la fascia d’età 35/44 è coinvolta per il 17,1%. “Il Lazio – afferma ancora la Ceo di Identità Digitale – è la Regione dove si conversa maggiormente in Rete per il 63%, con un +49% rispetto alla settimana precedente. A seguire la Lombardia, con il 10,2% della discussione sul web e con una maggiorazione del 82% rispetto ai 7 giorni precedenti. Cresce, poi, il dibattito in Liguria e Campania; nella Regione di Toti la discussione occupa il 3,7% del dibattito nazionale e con un incremento del 53% rispetto alla scorsa settimana, mentre la Campania di De Luca occupa il 3,6% del dibattito nazionale con un incremento del 53%. Seguono Emilia Romagna, Toscana, Sicilia , Veneto e Piemonte”. Escludendo giornalisti e autori televisivi, la categoria di lavoratori che più parla di Coronavirus su internet è quella degli avvocati (7,5%), seguita da quelle di politici (6,6%), insegnanti (4,9%), studenti e imprenditori (3,7%). Negli ultimi giorni, proprio gli imprenditori sono in netta risalita.

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