In Italia crescono i dati sulla diffusione delle varianti, che hanno portato all’istituzione di zone rosse nelle Marche e in Lombardia. I casi vengono segnalati in diverse città e zone del Paese: negli ultimi giorni, secondo quanto riporta Repubblica, ne sono stati trovati 30 a Roma, 15 a Milano, 18 a Brescia e 11 in Abruzzo (dove 3 casi sono riconducibili alla variante “brasiliana”).
In Puglia, la presenza della variante inglese è stata rilevata nel 38,6 per cento dei campioni raccolti il 12 febbraio. Rispetto a quelli del 3-4 febbraio – meno di 10 giorni prima – la percentuale è più che raddoppiata, perché la variante era stata trovata a trovato circa il 15,5 per cento. In Emilia Romagna, nello stesso arco di tempo, la presenza della variante inglese è cresciuta dal 28 al 38 per cento.
Varianti in Italia, nuove zone rosse nelle Marche e in Lombardia
Ieri è stata decisa la zona rossa in provincia di Ancona, nelle Marche, e in quattro comuni in Lombardia. “Dopo il confronto con l’Iss e d’accordo con il ministero della Salute, dalle 8 di domani fino alle ore 24 di sabato, sono limitati gli spostamenti da e per la provincia di Ancona”, ha annunciato ieri il governatore delle Marche Francesco Acquaroli che cita il problema delle varianti nella Regione.
In Lombardia, il governatore Attilio Fontana ha stabilito, dalle 18 di oggi e fino al 24 febbraio, la zona rossa nei Comuni di Viggiù, Mede, Castrezzato e Bollate. Inoltre, l’ordinanza dispone che le attività scolastiche e didattiche di tutte le classi delle scuole primarie e secondarie in questi comuni si svolgano esclusivamente con modalità a distanza.
Supervariante inglese, scoperto un caso a Napoli
Ieri sera è arrivata la notizia di un caso a Napoli di “supervariante”, una nuova mutazione scoperta in una trentina di casi nel Regno Unito e mai descritta in Italia, rilevata su una persona che rientrava dall’Africa. A differenza delle altre varianti, questa presenta la mutazione E484K sulla proteina spike, la “chiave” che il virus usa per entrare nelle cellule. Questa caratteristica, riscontrata anche nella variante sudafricana, è considerata preoccupante perché renderebbe meno efficaci alcuni vaccini.
Test antigenici e varianti
Una nuova circolare del ministero della Salute affronta la questione dell’utilizzo dei test antigenici e delle varianti. Come ha spiegato il direttore della Prevenzione Gianni Rezza, alcune di queste mutazioni potrebbero compromettere l’efficacia degli esami, dando vita a dei falsi negativi.
Le varianti “che presentano diverse mutazioni nella proteina spike – sottolinea la circolare – non dovrebbero in teoria causare problemi ai test antigenici, in quanto questi rilevano la proteina N“. Ciononostante, “anche per quella proteina stanno emergendo mutazioni che devono essere attentamente monitorate per valutare la possibile influenza sui test antigenici che la usino come bersaglio”.
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