Cospito, l’avvocato chiede a Nordio di decidere subito sul 41bis: “Altrimenti morirà”
“È un agnello sacrificale”. Così è stato definito Alfredo Cospito dal suo avvocato Flavio Rossi Albertini, che in un’intervista a La Repubblica ha rivolto un appello al ministro della Giustizia Carlo Nordio. La richiesta è di prendere entro sei giorni una decisione sulla richiesta dell’anarchico in sciopero della fame contro il 41bis, senza attendere la pronuncia della Cassazione il 24 febbraio.
Altrimenti Cospito “morirà, lo sanno tutti”, ha detto Rossi Albertini, che ha espresso timori sulle condizioni di salute del suo assistito, a cui ancora non è stato assegnato un medico di fiducia dopo il trasferimento al carcere di Opera, a Milano, settimana scorsa. Per questo motivo le ultime notizie sulle condizioni di Cospito risalgono allo scorso sabato, quando lo ha visitato un collaboratore di Rossi Albertini.
Entro domenica prossima, il 12 febbraio, Nordio dovrà rispondere all’istanza presentata un mese prima dall’avvocato di Cospito sulla richiesta di porre fine al 41bis per l’anarchico. Il guardasigilli ha già ricevuto il parere della Direzione nazionale antimafia, della Direzione distrettuale antimafia di Torino e del procuratore generale del Piemonte, Francesco Saluzzo: la prima ritiene che non sia strettamente necessario mantenere il 41bis per l’anarchico, che con i dovuti controlli potrebbe tornare al regime di alta sicurezza, Saluzzo invece si è detto contrario a revocare la misura. A meno di due settimane dalla scadenza, il 24 febbraio, la Cassazione si dovrà pronunciare sul ricorso alla decisione del tribunale di sorveglianza che aveva confermato il 41bis per Cospito. Rossi Albertini chiede che sia Nordio a decidere prima ancora della Cassazione, che si riunirà quando potrebbe essere già troppo tardi.
“Sono un osservatore di quello che sta avvenendo e vedo una vicenda straziante, anche per l’evidente sproporzione tra i reati di Cospito e la sua pena. Chiunque si fermi a guardare la situazione si rende conto che Cospito ha subito una condanna più grave di quelle per la strage di Capaci, per la strage di Bologna, o per piazza Fontana. Cospito avrà anche mandato dei messaggi, ma ci sono strumenti più adeguati per punirlo”, ha detto l’avvocato, che ha respinto come “cose fuori della realtà” qualsiasi coincidenza tra l’inizio dello sciopero della fame e l’insediamento del governo Meloni. “Solo il 20 ottobre Cospito ha incontrato per la prima volta il presidente del tribunale di sorveglianza di Sassari con il quale ha affrontato il suo reclamo per via della sua corrispondenza bloccata da prima dell’estate proprio perché il 41bis comporta quella censura”, ha detto Rossi Albertini, che respinge anche le accuse di un’intesa con la mafia. “Tra fine dicembre e gennaio cambiano i compagni di cella di Cospito”, ha spiegato, “ed è normale che i nuovi si complimentino per una battaglia che ovviamente non può che vederli d’accordo”.