Cospito scrive una lettera: “Pronto a morire per far capire cos’è il 41 bis”
“Il più grande insulto per un anarchico è quello di essere accusato di dare o ricevere ordini. Quando ero al regime di alta sorveglianza avevo comunque la censura e non ho mai spedito pizzini, ma articoli per riviste anarchiche, mi era permesso di leggere quello che volevo, di evolvere. Oggi sono pronto a morire per far conoscere al mondo cosa è veramente il 41 bis. Settecentocinquanta persone lo subiscono senza fiatare”. Così, in una lettera Alfredo Cospito, l’anarchico condannato al 41 bis, in sciopero della fame da quattro mesi.
La lettera è stata citata nel corso di una conferenza stampa in Senato, alla quale erano presenti il difensore Flavio Rossi Albertini e il professor Luigi Manconi. Proprio grazie all’avvocato di Cospito, la missiva ha superato la censura.
L’anarchico aggiunge di essere “convinto che la mia morte porrà un intoppo a questo regime e che i 750 che subiscono da decenni il 41 bis possano vivere una vita degna di essere vissuta, qualunque cosa abbiano fatto”. Il 55enne conclude: “Amo la vita, sono un uomo felice non vorrei scambiare la mia vita con quella di un altro. O proprio perché la amo non posso accettare questa non vita senza speranza”.