Il maresciallo Antonio Carbone, 56 anni, è morto forse per un arresto cardiaco, dopo un vivace scontro verbale nella spiaggia di Paola (Cosenza) con una famiglia di bagnanti che aveva gettato in mare i mozziconi di sigaretta. Era il suo primo giorno di vacanza.
Il sottufficiale dell’Arma aveva rimproverato due di loro dicendo: “Non si buttano le cicche in acqua, ci sono i posacenere!“. I due avrebbero iniziato a inveire contro il carabiniere gridandogli parole offensive e ingiurie. Il maresciallo, a quel punto, si sarebbe anche qualificato nel tentativo di porre fine a quel diverbio che stava degenerando. Soltanto l’intervento di altri bagnanti avrebbe placato la discussione e Antonio Carbone sarebbe tornato dalla moglie sotto il suo ombrellone. Ad un certo punto il sottufficiale ha perso conoscenza, la moglie ha chiesto aiuto agli altri bagnanti che hanno tentato di rianimarlo. Carbone è morto durante il trasporto in ambulanza verso l’ospedale. Sarà ora l’autopsia a chiarire le cause del decesso. Antonio Carbone di origini calabresi prestava servizio al Nord, da anni in Piemonte, era in servizio alla tenenza di Ciriè.
“Non ero presente ma mi hanno raccontato quanto accaduto, ora si stanno controllando le telecamere e aspettiamo che ci dicano quando possiamo fare i funerali”, spiega il fratello Vincenzo, docente universitario di Fisica. “Quel che mi preme – ripete – è che si dica che mio fratello è morto mentre difendeva l’ambiente“, assicura. Vincenzo Carbone ha ricordato il fratello sui social. “Ieri 16 Agosto 2021 è morto un uomo, è morto un calabrese, è morto un maresciallo dei carabinieri di 56 anni. Un gesto da poco, un gesto banale, chiedere con gentilezza di non buttare rifiuti in mare. Ma l’ignoranza violenta e la protervia minacciosa hanno avuto la meglio“.