Ancora una storia di sfruttamento, ancora una storia di caporalato. Non si fermano le attività investigative delle forze dell’ordine che questa volta hanno portato alla luce quanto accaduto a Paola, in provincia di Cosenza. Braccianti provenienti dal Bangladesh sfruttati con paghe da fame e sottoposti a turni massacranti. Ma non è tutto. I braccianti erano anche discriminati.
I lavoratori agricoli erano costretti a mangiare per terra, a differenza dei colleghi italiani ai quali era concesso l’utilizzo di un tavolo. Arrivavano a lavorare fino a 26 ore di fila e la paga pattuita era di 1,50 euro l’ora. Vessati da insulti e minacce, i braccianti erano indotti a vivere in alloggi fatiscenti dove si è constatata la presenza di muffe sui muri, bagni malfunzionanti e inefficienti, mancanza di riscaldamenti e la presenza di letti congestionati dislocati in tutte le camere dell’appartamento, precisamente 7 posti letto in circa 70 metri quadrati.
Sono stati proprio alcuni di loro a denunciare tutti gli abusi e a far scattare le indagini. A tutti i lavoratori stranieri non è mai stato riconosciuto alcun diritto, come riposi settimanali, ferie, congedi per malattia né alcun compenso per le ore straordinarie prestate. Secondo quanto accertato, i braccianti lavoravano in ambienti in cui perennemente si assisteva alla violazione di norme in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro, senza alcun indumento anti infortunistico o di sicurezza sui luoghi di lavoro.
“Poi arrivava il momento della pausa pranzo, prima di tornare chini, sotto il sole cocente, a coltivare i campi in cui crescono frutta, verdure e ortaggi destinati ai nostri consumi. È lì che al volto disumano del caporale si aggiunge quello insopportabile del razzista. Che prevede che i posti a tavola siano assegnati in base al colore della pelle. I bianchi sulla sedia. I neri a terra. In un apartheid infinito, che non è differente dai tempi di Rosa Parks. È soltanto più lontano dai nostri occhi”, scrive su Facebook l’eurodeputato Pietro Bartolo commentando la notizia.
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