Il termine “bimbominkia” è bandito dai social, e per chi lo utilizzerà scatterà una condanna per diffamazione aggravata. Lo ha deciso la Corte di Cassazione con una sentenza che evidenzia come il termine “definisca una persona con un quoziente intellettivo sotto la media” e di conseguenza non può rientrare nel “diritto di critica”.
Ad interpellare la Suprema Corte l’animalista trapanese Enrico Rizzi che era stato condannato a sua volta per diffamazione e a un risarcimento di 60mila euro per aver offeso la memoria del presidente del consiglio regionale del Trentino Alto Adige, appassionato di caccia, Diego Moltrer, definendolo con appellativi come “vigliacco e infame” all’indomani della sua morte.
Oraa insultare Rizzi definendolo proprio con il termine “bimbominkia” è un’amica di Mortrer, per cui è scattata la condanna. Nella sentenza che contiene questa indicazione, il termine fu usato in un gruppo Facebook di più di duemila iscritti configurandosi quindi chiaramente in una diffamazione aggravata.
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