Coronavirus, tamponi rapidi affidabili? Roy de Vita: “Tre falsi negativi”
Mentre l’Istituto Spallanzani di Roma prosegue con la sperimentazione sull’uomo del vaccino contro il Coronavirus, in Italia monta il caso tamponi rapidi, soprattutto dopo la denuncia del chirurgo plastico Roy de Vita che ha sollevato non pochi dubbi sull’efficacia di questi strumenti per tracciare e arginare il contagio. Il primario di chirurgia plastica ricostruttiva all’Istituto tumori Regina Elena di Roma ha raccontato, su Facebook, la sua esperienza con i tamponi rapidi, proprio quelli che la Regione sta facendo a tappeto nei porti e negli aeroporti su coloro che rientrano dalle vacanze. A essere sottoposti ai test sono stati i due figli della compagna Raffaella Leone, oltre alla fidanzata di uno dei due, tornati da poco da una vacanza in Sardegna e avvertiti da un’amica, presente a Porto Cervo, risultata positiva. “I ragazzi – racconta de Vita – non avevano sintomi. La mia compagna ha subito contattato il laboratorio di un’università privata accreditata per l’esame a domicilio”.
Mezz’ora dopo l’orario in cui l’università dà loro appuntamento per i tamponi veloci, sono arrivati già i risultati: tutti e tre i ragazzi erano negativi. Ma uno di loro aveva la febbre a 37.5: “Come hanno fatto a ricavare il risultato in un tempo così breve?”, si chiede de Vita. La compagna gli ha raccontato che è stato eseguito il tampone nasale, non quello faringeo. Il test è stato immerso in un contenitore con il reagente e dopo qualche secondo è arrivato l’esito, negativo. “Mi sono documentato – racconta ancora il chirurgo plastico – e ho visto che il tampone rapido non ricerca il virus, ma l’antigene virale: c’è una grande differenza di metodo”. Il giorno dopo, allora, de Vita ha portato i tre ragazzi a eseguire un tampone classico. Dopo tre ore e mezza, il risultato è stato positivo per tutti e tre, “con una forte carica virale. Se non avessi fatto ripetere loro il tampone adesso circolerebbero liberi come untori. Allora mi chiedo, quanti falsi negativi girano in Italia al rientro dalle vacanze?”.
A stretto giro è arrivata anche la risposta dell’Istituto Spallanzani ai dubbi sollevati da de Vita: “I test veloci – ha spiegato il direttore sanitario Francesco Vaia – che il ministero della Salute e la Regione Veneto ci hanno chiesto di validare, sono stati testati da un gruppo di specialisti che si occupa di questo da una vita. Sono virologi che hanno isolato il virus. I famigliari di De Vita hanno fatto il test nella sanità privata, non è il nostro test”. Lo Spallanzani, ha continuato Vaia, sta “cercando i positivi e questo test lo permette. I tamponi tradizionali vengono fatti successivamente e rimangono i tamponi di elezione”.
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