Coronavirus, lo studio Ispi: “Ecco il numero reale dei contagi e la vera letalità in Italia”
Uno studio dell’Ispi, l’istituto Milanese di studi di politica internazionale stima che il tasso di letalità del Coronavirus in Italia (9,9 per cento al 24 marzo 2020) potrebbe non superare l’1,1 per cento, stimando però una platea di positivi di 530mila. Se paragonata ai principali paesi del mondo, la letalità del virus in Italia sembrerebbe nettamente la più alta. Ma utilizzare questo dato sarebbe un errore. Esso infatti non dice quasi nulla circa la letalità reale del virus, che studi recenti stimano nello 0,7 per cento per la Cina, mentre Ispi stima in 1,14 per cento per l’Italia.
La differenza tra questo dato realistico e quello “fuori scala” è riconducibile al numero di persone che sono state contagiate ma non sottoposte al tampone per verificarne la positività. L’Ispi stima infatti che le persone attualmente positive in Italia siano nell’ordine delle 530mila, contro i circa 55mila “casi attivi” ufficiali al 24 marzo.
Il dato sulla letalità apparente è dunque un indicatore inaffidabile, e nulla suggerisce che la letalità plausibile italiana sia così diversa dalle cifre attese. All’opposto, confrontare letalità apparente e letalità plausibile “ci permette di tracciare meglio la curva dei contagi in Italia, seguendo in maniera più realistica l’andamento dell’epidemia” conclude la nota che accompagna la ricerca.
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