Sono più di 1,1 milioni le persone che sono guarite dal Coronavirus in tutto il mondo, ma non tutte hanno avuto la stessa evoluzione della malattia e soprattutto gli stessi sintomi. I tempi e i modi di guarigione dal Covid-19 sono molto diversi a seconda di tantissimi fattori: l’età del paziente, il suo stato di salute generale a prescindere dal virus, ma soprattutto la gravità dei sintomi sviluppati durante la malattia. La maggior parte delle persone, infatti, sviluppa dei sintomi molto leggeri, per smaltire i quali basta una settimana o poco più. Però ci sono anche dei casi molto gravi di Coronavirus che potrebbero richiedere oltre un anno per un pieno recupero.
Secondo gli esperti, sono diversi gli accorgimenti che il paziente può mettere in atto perché i sintomi scompaiano prima. Su tutti, interrompere tutta una serie di “vizi” che – è stato dimostrato – rendono più vulnerabili alla malattia: il fumo, ad esempio. Inoltre, i medici raccomandano di bere meno alcol, fare più esercizio fisico per mantenere un giusto peso corporeo. Mantenersi in forma, infatti, aiuta a smaltire più in fretta i sintomi del Coronavirus.
Ma quali sono i sintomi che resistono di più? Dipende, come detto, da quanto ha attecchito il virus su ciascun paziente. Nelle persone che hanno sviluppato sintomi lievi, infatti, la febbre scompare in circa una settimana. La tosse, invece, si protrae molto di più: anche fino a un mese. Un altro sintomo che si protrae molto a lungo, anche nelle infezioni più lievi, è quello della stanchezza. Ci si sente molto fiacchi, anche dopo che l’infezione è ormai alle spalle. A questo proposito i medici, oltre a una dieta sana, ordinano di bere il più possibile.
Nei casi un po’ più gravi, quelli che richiedono un ricovero in ospedale, le conseguenze sono maggiori. I pazienti, infatti, I tanti tra questi che sono riusciti a rimettersi e a tornare a casa, hanno raccontato di aver sofferto nelle settimane successive di difficoltà di respirazione e stanchezza. Il pieno recupero fisico, in questi casi, oscilla dalle due alle otto settimane. Non bisogna poi trascurare le conseguenze psicologiche del Coronavirus. Molti pazienti che vengono ricoverati in ospedale vivono la malattia in maniera molto pesante: la paura per una patologia ancora poco conosciuta, le notizie dei tantissimi morti, la lontananza dei familiari che spesso non possono neanche vedere il loro parente malato contribuiscono a provocare forti scompensi. Al punto che molti pazienti hanno dichiarato di aver dovuto chiedere supporto psicologico, dopo il ricovero in ospedale.
Passiamo invece ai casi più gravi di tutti, quelli che non solo portano al ricovero in ospedale, ma obbligano il paziente a un passaggio per la terapia intensiva. I malati non riescono a respirare autonomamente e devono essere intubati. Sono questi i casi in cui un pieno recupero, in caso di sopravvivenza, richiede tra i 12 e i 18 mesi. I pazienti in questione, infatti, oltre a dover recuperare dall’invasività della terapia intensiva (e quindi alle difficoltà respiratorie e alla stanchezza), sono stati allettati per diverso tempo. Dunque sono più deboli fisicamente, devono recuperare tono muscolare, in alcuni casi hanno anche bisogno di fisioterapia.
Da non sottovalutare infine, anche in questo caso, le conseguenze psicologiche. Alcuni pazienti usciti dalla terapia intensiva hanno passato dei giorni in stato confusionale, tra deliri, dolorosi flashback e in alcuni casi disturbi post traumatici. In genere, solo per un pieno recupero da questi sintomi psicologici del Coronavirus, servono tra le sei settimane e i tre mesi.
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