Sindaci che tolgono le bandiere dell’Ue invece di lottare con il Coronavirus
Lasciamo per un secondo da parte questa Europa che non sembra proprio capace di solidarietà e di Unione, nonostante ce l’abbia scritta nel nome, di fronte a una pandemia storica. Anche di fronte all’emergenza del Coronavirus l’Unione Europea appare molto meno scattante di quando si tratta di fare quadrare bilanci e accontentare i conti. Le critiche verso l’Europa in questi giorni sono non solo necessarie, ma addirittura il sale di un’Unione che rischia davvero di perdere definitivamente la propria credibilità.
Ora immaginatevi invece questa scena. In un comune qualsiasi, in un piccolo paese, nel pieno dell’emergenza di morti e di ammalati e di affamati e di buoni da distribuire e di soldi che mancano e di lavoro che non riparte c’è un sindaco, un piccolo sindaco, che chiama i suoi collaboratori e gli dice che bisogna fare qualcosa di fondamentale per il bene della salute pubblica: girare un bel video in cui si ammaina la bandiera europea e poi caricarlo sui suoi social sperando di essere notato e poi ripreso dal padrone del suo partito. Immagino i collaboratori abbastanza sconvolti, con tutto quel daffare tra carte, moduli, decreti, persone che bussano alla porta e telefoni che squillano per provare a coordinare l’emergenza.
Lui no, lui, il nostro piccolo sindaco, scegli i suoi vestiti migliori, si sistema alla bell’e meglio la sua acconciatura e con fare pomposo procede verso il balconcino dove sta la bandiera europea o nella sala del Consiglio o nel suo ufficio. Ci deve essere anche tutto un bello studio di inquadrature, probabilmente delle discussioni, magari dei litigi, sul punto di ripresa migliore che doni un tono cerimoniale denso e un po’ funebre a tutta la ripresa.
Marco Schiesaro, sindaco della Lega di Cadoneghe (Padova), in modo pacato ma appassionato spiega perché ha deciso di “sospendere” la bandiera dell’Unione Europea, che in queste settimane si è dimostrata vicina agli interessi di burocrati
🔴VIDEO 👉 https://t.co/hLbROl7XMv pic.twitter.com/7rAU9elqmz
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) April 2, 2020
Fuori continuano a bussare e ci sono anche delle carte urgenti da firmare. Niente, il nostro sindaco non vuole sentire ragioni finché non si arriva al grande momento: motore, ciak, azione e ecco il nostro divo che prova a spremere tutto lo sdegno. Finita? No, no per niente. Fuori continuano a bussare e il telefono continua a squillare ma c’è da pensare alla musica di sottofondo, al montaggio e poi alla frase d’effetto che serve per pubblicare tutto su Facebook. Una telefonata all’europarlamentare di riferimento sarebbe stata troppo facile. I geni delle settimane sono i sindaci che si occupano di piegare le bandiere. Davvero.
1. Borrelli dà i numeri (e sbaglia). Meglio tacere (di L. Telese) / 2. Gente che muore aspettando i tamponi, assessori che minimizzano: il disastro Basilicata nella lotta al virus (di S. Lucarelli) / 3. Perché Alzano Lombardo e Nembro non sono state chiuse il 2 marzo? (di G. Gambino)
4. “Ma quale attacco hacker? La verità è che il sito Inps è vecchio”: parla il fondatore (fuoriuscito) di Anonymous Italia / 5. Caos tamponi al Sant’Andrea di Roma, la denuncia dei medici a TPI: “Alcuni vanno persi e la risposta è lentissima. E intanto continuano i contagi” / 6. “Cari italiani non illudetevi, la solidarietà della Cina è solo propaganda per esercitare un’influenza politica”. Parla Joshua Wong, leader delle proteste di Hong Kong