Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Cronaca
  • Home » Cronaca

    A casa, al bar o in classe: così il Coronavirus si diffonde nell’aria. Cosa fare per evitare i contagi

    Credit: El Pais

    Il quotidiano spagnolo El Pais ha realizzato una serie di infografiche basate su un modello di calcolo che aiuta a determinare il rischio di infezione in un ambiente chiuso

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 26 Ott. 2020 alle 13:40

    Con l’arrivo del freddo aumentano le occasioni in cui ci si ritrova in ambienti chiusi, ritenuti pericolosi per la diffusione e il contagio del nuovo Coronavirus. Bar, ristoranti, ma anche il soggiorno di casa o la classe a scuola possono trasformarsi in luoghi di nuove infezioni se al loro interno non vengono rispettate importanti misure come indossare le mascherine e garantire una buona aerazione.

    Per aiutare a comprendere i rischi e l’importanze delle regole di prevenzione dell’epidemia, il quotidiano spagnolo El Pais ha realizzato una serie di infografiche basate su un modello di calcolo che aiuta a determinare il rischio di infezione in un ambiente chiuso e che è stato sviluppato dal professor José Luis Jiménez dell’Università del Colorado. El Pais mostra quindi tre situazioni comuni in cui può avvenire il contagio: un incontro con amici/parenti nel soggiorno di casa; un pranzo in un bar o ristorante e una lezione scolastica.

    Gli aersol e la trasmissione del virus

    Alcuni studi scientifici hanno dimostrato che il contagio del nuovo Coronavirus può avvenire non solo tramite i “droplets“, ovvero le goccioline respiratorie generate dalla respirazione, starnuti, tosse, ma anche tramite aerosol, ovvero tramite la diffusione nell’aria di particelle minuscole che possono viaggiare anche a più di due metri di distanza, accumularsi nell’aria ed essere inalate.

    Questo tipo di trasmissione è stata riconosciuta di recente dai Centers for Disease Control and Preventions (Cdc) statunitensi, mentre il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) è più prudente su questo tipo di contagio. Ma un recente articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista Science parla invece di “prove schiaccianti” del fatto che le minuscole gocce di aerosol possano accumularsi nell’aria “provocando eventi di sovradiffusione”. Inoltre, secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori di fisica dell’Università del New Mexico, le particelle di grandezza 1 micrometro possono essere trasmesse anche a distanza di quasi 2 metri e mezzo, ma una buona aerazione sarebbe in grado di disperderne il 70 per cento.

    A incidere sul rischio di contagio è anche l’attività della persona infetta. Infatti, se questa parla, urla o canta a lungo in un ambiente chiuso amplifica i rischi di contrarre il nuovo Coronavirus. In un’ora, una persona che grida emette una quantità di aerosol infettivi 50 volte superiori rispetto a una che sta in silenzio.

    Credit: El Pais

    A casa

    Credit: El Pais

    Nel primo scenario El Pais ipotizza che sei persone – di cui una infetta – si trovino nel soggiorno di casa. A prescindere dalla distanza di sicurezza, senza mascherine e una ventilazione adeguata tutti gli altri presenti potrebbero contagiarsi nel giro di 4 ore. Se le persone indossassero le mascherine, invece, le infezioni si ridurrebbero da 5 a 4 ma il contagio ci sarebbe comunque a causa dell’esposizione prolungata. Per ridurre il rischio di infezione, bisogna areare l’ambiente e dimezzare la durata dell’esposizione (oltre ad indossare i dispositivi di protezione). In tal caso, il rischio scenderebbe a meno di una persona infetta. A differenza di quanto si potrebbe pensare, nelle situazioni reali la distribuzione dei contagi è casuale, poiché senza vetilazione “gli aerosol si accumulano e si distribuiscono in tutta la stanza”.

    Al bar o al ristorante

    Credit: El Pais

    Il secondo scenario riguarda la possibilità di contagio in un bar o un ristorante, con porte chiuse e senza ventilazione meccanica. Si ipotizza che in sala ci siano 15 clienti (di cui uno infatto) e 3 dipendenti. Senza misure anti contagio, dopo quattro ore tutti gli altri 14 clienti sarebbero stati contagiati. Con i dispositivi di protezione i contagi sarebbero invece 8. Se invece, oltre alle mascherine, ci fosse una ventilazione adeguata e si dimezzasse il tempo di esposizione, il virus potrebbe infettare solo una persona.

    A scuola

    Credit: El Pais

    Il terzo e ultimo scenario mostra un’aula scolastica con 24 alunni e un insegnante. I rischi maggiori si corrono se la classe non è ventilata e la persona infetta è l’insegnante, perché in questo caso – senza misure di sicurezza – bastano 2 ore per contagiare 12 persone. L’uso delle mascherine fa scendere sensibilmente il rischio di contagio, da 12 a 5 persone infettate. Se il tempo di esposizione diminuisce invece da 2 ore a un’ora, e l’aula viene aerata regolarmente, il virus riuscirebbe a infettare solo una persona.

    Leggi anche: 1. Esclusivo TPI: “Che me ne fotte, io gli facevo il tampone già usato e gli dicevo… è negativo guagliò”. La truffa dei test falsi che ha fatto circolare migliaia di positivi in Campania / 2. Truffa tamponi falsi in Campania, Sileri a TPI: “Questi sciacalli vanno puniti per procurata epidemia” / 3. “A che cosa è servito essere onesto?”: lo sfogo di un ristoratore piemontese

    4. La scrittrice Susanna Tamaro: “Chi ci governa pensa che siamo un popolo di dementi”/ 5. Le due notti insonni di Conte prima del Dpcm / 6. Covid, Crisanti: “Tamponi solo ai sintomatici? Sarà una catastrofe. Chi diffonde il virus va stanato subito”

    TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SUL CORONAVIRUS IN ITALIA E NEL MONDO
    CORONAVIRUS ULTIME NOTIZIE: TUTTI I NUMERI
    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version