Scienziati somari negano che il virus si è indebolito, vogliono tenere gente in casa per arricchirsi
Ora che la malattia da SARS-CoV-2 si sta modificando, si riducono le infezioni, i casi gravi e i ricoveri in terapia intensiva, assisterete a un evento unico. Solo da noi in Italia può accadere. Persone che hanno detto che niente era cambiato, inizieranno a dire che sì… ma… vedrete che… settembre-ottobre…
Passateci sopra per favore. Sono poveri diavoli. Ricadono in due categorie: 1) la categoria dei somari (c’è poco da aggiungere); 2) la categoria dei furbacchioni che sperano di approfittare della poltrona ottenuta per essere presenti nel momento della pioggia dei miliardi (anche in questi caso un pietoso velo).
E per questi motivi non tollerano che si apra uno squarcio di sole per chi da tre mesi è chiuso in casa. Quelle che mentono sapendo di mentire, sono persone inutili al Paese e a se stesse, persino incapaci di parlare alla gente. Io mi sono esposto personalmente su un tema medico molto critico perché supportato da dati non equivoci, da colleghi italiani di grandissimo spessore scientifico e colleghi non italiani che ho sempre stimato professionalmente.
Questi colleghi hanno messo la faccia su quanto hanno detto. Li ringrazio uno a uno senza nominarli (li conoscete) per il coraggio e la correttezza scientifica. Gli altri, società scientifiche incluse che hanno reagito con isteria, giudicateli voi.
1. Clementi a TPI: “Il virus non è più aggressivo, è un dato di fatto. Ma certi altri virologi ragionano con gli algoritmi” / 2. Autoritarismo, feeling con Salvini e dubbi sulla sperimentazione: chi è davvero Giuseppe De Donno (di Selvaggia Lucarelli) / 3. Dal Pio Albergo Trivulzio alla Regione: in Lombardia è sempre battaglia aperta
4. La classifica dei Paesi che hanno fatto più tamponi: non mancano le sorprese / 5. Zaia spiega alla Lombardia come potrebbe fare i tamponi risparmiando / 6. Palermo, arrestato per corruzione il commissario per l’emergenza Coronavirus in Sicilia / 7. “In Italia 19mila vittime per Covid in più rispetto alle cifre ufficiali”: lo studio dell’Inps