Tamponi a tappeto nei laboratori per tracciare la mappa del contagio dopo il nuovo focolaio da Coronavirus esploso ieri a Roma, all’ospedale San Raffaele. Al momento risultano positive 31 persone, mentre un degente, affetto da diverse patologie, è morto dopo essere risultato positivo al tampone. I numeri, però, potrebbero aumentare nelle prossime ore a causa dei moltissimi test che si stanno effettuando. Secondo Il Messaggero, alcuni esperti hanno definito la situazione “preoccupante”. L’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato ha dichiarato: “Questo cluster non ci voleva, non bisogna mai abbassare la guardia. Stiamo risalendo a tutti i contatti dei positivi, amici, parenti, colleghi, avuti fino a 14 giorni prima del contagio. E anche ai dimessi in quel periodo. Un lavoro enorme, meticoloso. Li andremo a cercare uno a uno. Non tralasceremo nulla”.
Quanto alle cause del focolaio, sempre Il Messaggero riferisce che “la pista più battuta è che un manutentore che aveva già lavorato precedentemente nel centro riabilitativo di Rocca di Papa finito sotto indagine della Procura per l’alto numero di decessi e contagi, e sposato con un’operatrice sanitaria, anche lei positiva, possa avere veicolato il virus fino alla Pisana”. Secondo una nota della Asl 3, “l’ipotesi più accreditata del caso indice è relativa ad alcuni operatori sanitari, ma si resta in attesa della conclusione dell’indagine epidemiologica”.
La struttura è stata chiusa ed è stato attivato un cordone sanitario. Questo il comunicato di ieri dell’ospedale: “Alla data odierna risultano collegabili al focolaio dell’IRCCS San Raffaele Pisana 31 casi di cui 9 dipendenti, 2 esterni entrambi famigliari di operatori sanitari e 20 pazienti di cui 18 già trasferiti e 2 in trasferimento. Nel pomeriggio del 5 giugno è stata disposta la chiusura della struttura con cordone sanitario”.
“La struttura – prosegue il comunicato – sta dando tutta la collaborazione necessaria alla Asl che nella giornata odierna ha disposto un affiancamento della direzione sanitaria per consentire un miglior supporto per il contenimento del focolaio, la gestione dei casi e il loro tracciamento. E’ in corso l’indagine epidemiologica innanzitutto sulle procedure organizzative e i percorsi assistenziali al fine di identificare una possibile criticità che possa aver agevolato la diffusione del virus tra i reparti a fronte delle misure di prevenzione adottate. Al momento l’ipotesi più accreditata del caso indice è relativa ad alcuni operatori sanitari, ma si resta in attesa della conclusione dell’indagine epidemiologica”.
“Si conferma un decesso di un paziente affetto da pluri patologie (parkinson e diabete) positivo al tampone naso-faringeo. Proseguono le attività di test su tutto il personale compresi i consulenti e gli esterni e i pazienti della struttura. Verranno sottoposti ai test anche i dimessi degli ultimi 14 giorni”, conclude la nota.