Coronavirus, paura di andare al ristorante?
Dal 18 maggio in Italia molti ristoranti hanno riaperto per accogliere di nuovo i clienti ai tavoli, ma ci sono persone che hanno ancora paura di un possibile contagio: non sentendosi ancora sicuri preferiscono ordinare il cibo e consumarlo a casa.
A rassicurare i clienti timorosi di andare a mangiare fuori ci pensa il virologo dell’Università di Milano e presidente nazionale Anpas Fabrizio Pregliasco. Si può andare a mangiare fuori al ristorante tranquilli, rassicura Pregliasco, spiegando che le malattie respiratorie non si trasmettono attraverso le pietanze.
“Se cuoci tutto stai tranquillo”, afferma il virologo. Il discorso cambia se sul piatto pronto ci sputi per dispetto. “In quella situazione paradossale il rischio esiste – ammette Pregliasco – ma il soggetto dev’essere un infetto e la sua carica virale dura circa quattro ore sulle cose. E quindi, sì, ci si può infettare. Ma dev’essere una cosa voluta”. Molto improbabile insomma. Niente paura. E non corriamo il rischio neanche se in cucina dovesse esserci un cuoco che sputacchia nel piatto del cliente mentre parla ai colleghi con la mascherina abbassata sul collo. Il Coronavirus si trasmette prevalentemente tra umani.
Mercato all’aperto – L’altro naturale timore degli italiani appena usciti da un isolamento domestico di circa tre mesi è al mercato, quello all’aperto dove è facile che si crei un assembramento. Qui la paura di contrarre il virus è legata anche al fatto che i clienti possano toccare frutta e verdura disposta sui bancali senza guanti. “La carica virale resta in circolo quattro ore, poi si dimezza. Sulle superfici o anche sugli alimenti si trova fino a 72 ore, sulla plastica anche qualche giorno ma con carica virale bassa. La cosa importante è evitare di avvicinare le mani sporche al viso o agli occhi. E lavarsi le mani appena possibile”.
Discorso diverso si applica invece al supermercato, dove i clienti sono obbligati a indossare i guanti. “Se un infetto ha toccato con mani sporche dei prodotti che poi un’altra persona raccoglie, il minimo di rischio c’è dice il virologo Ma è una probabilità infinitesimale. È come vincere l’enalotto”, spiega Pregliasco.
“I guanti possono dare un senso di falsa sicurezza, meglio igienizzarsi le mani”, dice il virologo. Questo perché con il guanto “Si toccano le cose e il guanto rimane contaminato. Se poi, per sbaglio, ti tocchi il viso con il guanto, la situazione peggiora perché il virus si trasmette attraverso la contaminazione esterna”.