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    Coronavirus, la ricercatrice che lo ha isolato: “Ringrazio mio marito che cambiava i pannolini ai bambini”

    Concetta Castilletti, 56

    Donna, scienziata, del Sud. Concetta Castilletti ringrazia il suo compagno di vita per aver sempre favorito la sua realizzazione in laboratorio

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 4 Feb. 2020 alle 11:34 Aggiornato il 4 Feb. 2020 alle 11:45

    Coronavirus, parla la ricercatrice che lo ha isolato

    Dopo l’isolamento del Coronavirus, parla la ricercatrice che ha lavorato alla scoperta. “Il mio virus è la curiosità”: Concetta Castilletti, 56 anni, dopo una vita passata in laboratorio, da pochi giorni ha conosciuto, a sorpresa, la notorietà (qui un profilo delle ricercatrici).

    E già non vede l’ora di “tornare alla vita di sempre”. Castilletti, insieme al suo team quasi tutto femminile dello Spallanzani, ha isolato il coronavirus, denominato 2019-nCoV/Italy-INMI1. Una vita, quella di Castilletti, tra laboratorio, basket e famiglia. Il segreto dell’equilibrio tra lavoro e famiglia lo racconta al Corriere della Sera.

    La ricercatrice e l’aiuto del compagno

    “Per me è stata fondamentale la condivisione della vita domestica con mio marito – spiega la ricercatrice –  Fra di noi non sono mai esistiti compartimenti stagni, né recriminazioni. Quando lavoravamo entrambi, ora è in pensione, chi poteva andava al supermercato o a prendere i bambini a scuola. È stato sempre così, fin da quando i nostri figli erano piccoli. Anche lui si alzava di notte per addormentarli, anche lui ha cambiato pannolini“.

    “A casa esiste la parità”. È così che la donna riesce a gestire i problemi quotidiani e la carriera: “In laboratorio perdo la cognizione del tempo, ma mi segno tutto su un’agenda e quando stacco mi occupo di telefonate e commissioni”.

    Poi, quel poco tempo che le rimane lo dedica al basket: accompagna i bambini tra i 6 e i 10 anni ai campi estivi. “Li seguo, metto i cerotti, mi piace tantissimo”, racconta Concetta. “A me stessa dedico poco tempo, ma va bene così. La mia gioia è tornare d’estate nella mia città natale, a Ragusa”. La passione per la ricerca? “È nata prima lei di me. Il mio virus è la curiosità”.

    E come in tutti i percorsi che conducono al successo, non sono mancate le sconfitte: “I fallimenti ci sono stati eccome. Tante volte ho provato a isolare l’A H1N1, l’agente responsabile dell’ultima epidemia influenzale. Non ci sono mai riuscita, eppure lo hanno isolato in tutto il mondo. Per isolare un virus ci vuole capacità, ma è anche questione di fortuna”.

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