“Non mi dicono se sono ancora contagiosa o no. E dalla Regione continuano a dire che in Lombardia non sia successo niente“. Una testimonianza su cosa non ha funzionato nella sanità lombarda durante questa emergenza Coronavirus si legge sulle pagine di Business Insider Italia e arriva dalla giornalista Gea Scancarello, contagiata dal Covid-19.
Coronavirus Regione Lombardia: “Io lasciata sola”
La donna si domanda, senza sapere la risposta perché non le hanno ancora mai fatto un tampone, se il suo sia un caso di riattivazione del virus: “Potrei esserlo, ma non lo so – spiega – nessuno mi ha mai fatto un test. Né alla prima ondata, né ora che accuso nuovo malessere. E la Regione, che avrebbe tutto l’interesse a capire se il rischio esiste e come comportarsi, invece risponde, a mezzo del famoso numero per le emergenze 800.89.45.45”.
Il 12 marzo scorso Gea sviluppa i primi sintomi di Covid-19: affaticamento, diarrea, febbre debole. E la febbre che non sale mai oltre i 37,7 °C con la saturazione a 82. Ma la donna denuncia: “Telefono al mio medico di base e al numero unico regionale per l’emergenza: siamo, in quel momento, in pienissima crisi, le terapie intensive sono al collasso e con febbre a 37,5 °C nemmeno hanno il tempo di ascoltare quello che dici. Il numero verde mi invita a chiamare il medico di base; questi mi dice di restare a casa e di fargli sapere se peggiora. Il tampone non è nemmeno contemplato, nessuno mi richiama più”.
Il terrore che il virus sia ancora lì
La paura della riattivazione si manifesta sabato 18 aprile, quando con debolezza e affaticamento la donna comincia a pensare che il virus non se ne sia andato. “Sarebbe molto grave – dice – per me, e per la sanità pubblica. Decido di aspettare un paio di giorni per vedere come evolvono le cose: magari è un semplice raffreddamento, un’allergia”. Quando Gea chiama il numero verde della Regione Lombardia l’operatore che risponde è totalmente inadeguato e impreparato e non le da nessuna informazione chiara su come ottenere un tampone.
“Il sistema Lombardia non ha funzionato”
Quella di Gea è una delle tante, troppe storie di contagiati non tracciati, non individuati nella Regione Lombardia. Avevamo già raccontato per esempio la testimonianza di Veronica Rebricca, anche lei abbandonata a se stessa senza tampone con il Coronavirus a Milano. Queste donne rimettono in discussione la narrazione dell’Assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera e il governatore Attilio Fontana, per cui “va tutto bene, non è successo niente”. Queste due testimoni sostengono entrambe che ci siano stati errori nella gestione sanitaria dell’emergenza Coronavirus da parte della Regione Lombardia e lo si può riscontrare dai numeri: 12mila vittime e oltre 68mila contagi.
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