Entra nel vivo la sperimentazione della plasmaterapia al Policlinico di Pavia, l’ospedale in cui è stato curato dal Covid-19 Mattia, il paziente 1 di Codogno ricoverato lo scorso 21 febbraio, primo in Italia a cui è stato diagnosticato il coronavirus. Alcuni malati hanno già ricevuto il plasma di pazienti guariti e che quindi hanno sviluppato gli anticorpi.
Lo avevano già fatto in Cina sperimentando un approccio usato nell’epidemia di Ebola, curare i malati di Covid 19 con il plasma dei pazienti guariti. Da qualche giorno al Policlinico di Pavia, uno degli ospedali di frontiera nella lotta contro Sars Cov 2, erano pronti a entrare in azione con la terapia e oggi alcuni malati hanno già ricevuto il plasma di pazienti guariti che quindi hanno sviluppato gli anticorpi. Il protocollo per la plasmaterapia è stato predisposto dal servizio di immunoematologia e medicina trasfusionale del San Matteo, in collaborazione con altre strutture come l’Ats di Mantova. I primi due a donare sono stati i medici di Pieve Porto Morone (Pavia), marito e moglie, primi casi di contagio da Covid 19 in provincia di Pavia.
“È una procedura già collaudata che oggi può essere utilizzata per combattere un virus nuovo, come il Covid-19, e salvare pazienti in gravi condizioni” aveva spiegato qualche giorno fa in una intervista Cesare Perotti, responsabile del servizio di Immunoematologia e Medicina trasfusionale del San Matteo di Pavia, in attesa del via libera dell’Istituto Superiore di Sanità per la cura dei malati più compromessi. Al Policlinico è stato predisposto il protocollo sperimentale.
“Il plasma iperimmune – racconta il professor Perotti – è già stato utilizzato anche in passato, per la cura della Sars e dell’Ebola“. Ma chi possono essere i donatori di plasma? “I pazienti guariti dal coronavirus – spiega -: e quando si parla di guarigione, ci si riferisce solo a soggetti che hanno avuto due tamponi negativi effettuati in due giorni consecutivi. Nel plasma di queste persone si sono sviluppati anticorpi in grado di combattere efficacemente il Covid-19″.
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