Coronavirus, il virus ha subito tre mutazioni: “Il ceppo lombardo più letale di quello Veneto”
Il Coronavirus ha subito fino ad ora tre mutazioni che hanno reso il cosiddetto ceppo “lombardo” più letale del virus che invece si è diffuso in Veneto, dove la mortalità, infatti, è inferiore. Lo sostengono alcuni degli esperti che stanno studiando il Covid-19. Secondo i ricercatori dell’ospedale Sacco di Milano e quelli dell’Università Campus biomedico di Roma, il virus “italiano” ha subito già tre mutazioni rispetto a quello che si è diffuso a Wuhan, in Cina, agli inizi di dicembre. Interpellato di recente sull’argomento, l’Istituto Superiore di Sanità ha ammesso che si sono verificate delle piccole mutazioni, ma che il virus è sostanzialmente rimasto identico a quello di Wuhan. Eppure, sul suolo italiano, le mutazioni, seppur piccole, sembrerebbero aver fatto la differenza.
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A dimostrazione di ciò ci sarebbe, secondo gli studiosi, il diverso andamento tra le due regioni dove è iniziata l’epidemia di Coronavirus: la Lombardia e il Veneto, con i rispettivi focolai di Codogno e Vo’ Euganeo. Nel Veneto, infatti, la situazione sembra essersi stabilizzata con, così come dimostrano i numeri analizzati dal Corriere del Veneto, un tasso di positivi del 36.2 per 100mila abitanti e un indice dei ricoveri del 9.9 (con un 2.4 per i ricoveri in terapia intensiva). In Lombardia, invece, i contagi salgono a 90 per 100mila abitanti, con un 56 di ricoveri e soprattutto un 7.3 di degenze in rianimazione.
A preoccupare gli esperti, tuttavia, è il fatto che il virus possa mutare ulteriormente, diventando ancora più mortale. Secondo il professor Massimo Ciccozzi, che coordina il team romano che sta studiando il virus, “La preoccupazione è che, di mutazione in mutazione, possa peggiorare non tanto la contagiosità quanto la letalità del Covid-19”. “Ma i nostri studi dovranno dimostrarlo” aggiunge Ciccozzi.
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