Coronavirus, mascherine e distanziamento sociale: la vita dopo il lockdown
Mascherine nei luoghi pubblici e rispetto delle norme di distanziamento sociale: ecco come sarà la vita dopo il lockdown una volta terminata l’epidemia di Coronavirus in Italia. La strada per un graduale ritorno alla normalità è ancora lunga, ma il governo già incomincia a pensare al post serrata. Sicuramente, come già preannunciato già dal ministro della Salute Roberto Speranza, le misure restrittive verranno prolungate almeno fino a Pasqua. Dopodiché se i numeri confermeranno che l’epidemia di Covid-19 è vicina al termine, inizieranno a riaprire le prime attività imprenditoriali collegate alla filiera alimentare e farmaceutica finora non comprese tra i servizi essenziali.
Bisognerà attendere almeno fine aprile, invece, per la riapertura delle altre attività. Di certo, tutti quei luoghi dove è maggiore l’affollamento, dai ristoranti ai bar sino alle discoteche e alle sale convegni, sono, al momento, inserite in fondo alla lista. Una volta che sarà terminata l’emergenza, infatti, non si tornerà automaticamente alla normalità. Tutti dovranno indossare le mascherine nei luoghi pubblici e le norme di distanziamento sociale dovranno essere rispettate ancora a lungo, motivo per cui tutte le attività che riapriranno dovranno essere in grado di far rispettare la distanza di almeno 1 metro tra i clienti, oltre a garantire una purezza e sanificazione degli ambienti.
E tutti quei locali che non potranno, per motivi logistici, far rispettare la distanza di almeno 1 metro che fine faranno? È il vero punto interrogativo al momento. Non tutti i bar o i ristoranti, infatti, hanno spazi in grado di poter garantire la sicurezza delle persone per non parlare di locali quali parrucchieri, palestre o centri estetici, luoghi dove il contatto fisico è pressoché obbligatorio. Per queste attività il lockdown potrebbe continuare a lungo, addirittura fino a fine maggio. Troppo alto, infatti, il pericolo di una nuova ondata di casi. “Il pericolo – rivelano gli scienziati al Corriere della Sera – è una nuova trasmissione del virus all’interno delle famiglie e ciò crei una nuova, grave emergenza. La ripresa deve essere lenta, graduale e tale da escludere che i ‘positivi’ vadano in giro”.
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