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    La Lombardia chiede a Conte la ripresa delle attività produttive dal 4 maggio. Buffagni: “Un errore”

    Duomo a Milano Credits: Ansa

    "È la via lombarda alla libertà", ha dichiarato il presidente della Regione Attilio Fontana

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 15 Apr. 2020 alle 22:22

    In una nota diffusa oggi, mercoledì 15 aprile, Regione Lombardia ha annunciato la volontà di chiedere al Governo l’autorizzazione a riaprire le attività produttive a partire dal 4 maggio. Ma l’esecutivo dal canto suo frena: ci vuole un piano articolato, spiegano fonti di Palazzo Chigi, altrimenti si rischia che il contagio riprenda. Arriva un duro attacco al governatore lombardo Fontana soprattutto da parte del viceministro allo Sviluppo economico, Stefano Buffagni. “La richiesta della Regione Lombardia di avere il via libera alle attività produttive a partire dal 4 maggio è un errore”, scrive l’esponente Cinque stelle del governo.

    “Da sempre – aggiunge il viceministro – il governatore lombardo Attilio Fontana ha sostenuto una linea rigorosa e fortemente restrittiva e invece oggi, sorprendentemente, decide, non si comprende sulla base di quali dati, di aprire. Andare in ordine sparso rischia di alimentare confusione nei cittadini e nelle imprese che invece esigono chiarezza”. “Non si può in nessun modo pensare di strumentalizzare politicamente un tema come quello così delicato della riapertura del Paese”, osserva. “Parliamo di una Regione, la mia, che ha pagato uno dei prezzi più alti al mondo per numero di vittime, sofferenze e sacrifici.

    Le 4 condizioni della Lombardia

    Dal 4 maggio, la Regione – si legge nella nota – chiederà al Governo di dare il via libera alle attività produttive nel rispetto delle “Quattro D”: Distanza (un metro di sicurezza tra le persone), Dispositivi (ovvero obbligo di mascherina per tutti), Digitalizzazione (obbligo di smart working per le attività che lo possono prevedere) e Diagnosi (dal 21 aprile inizieranno i test sierologici grazie agli studi in collaborazione con il San Matteo di Pavia)”.

    “Tutto questo sarà accompagnato da un piano per riaprire in orario scaglionato uffici e aziende e, successivamente, scuole e università”. Un esempio della “nuova normalità” saranno le aperture delle attività scaglionate e sull’arco di tutta la settimana per evitare il sovraffollamento dei mezzi pubblici. “Facendo tesoro della prima fase della pandemia – si legge ancora nel comunicato – l’ospedale straordinario alla Fiera di Milano (che è costato zero euro pubblici) diventerà il presidio che veglierà sulla salute dei lombardi come una vera e propria assicurazione contro il sovraffollamento delle altre strutture regionali”.

    “A queste strategie – conclude Regione Lombardia – si accompagnano altri provvedimenti, su cui Regione Lombardia sta giocando un ruolo da protagonista: cassa integrazione con garanzia della Regione, piano di sostegno per piccole e medie imprese (sul tavolo c’è un pacchetto di facilitazioni per l’accesso al credito, con la possibilità di mobilitare risorse fino a un miliardo), provvedimenti a beneficio del personale sanitario (stabilizzazione e bonus economico con almeno 80 milioni di Regione Lombardia in aggiunta ai fondi del governo)”. “È la via lombarda alla libertà”, ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana.

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