Coronavirus, lo strano caso della Liguria che ha allentato il lockdown nonostante il record di contagi
In Liguria, dal 22 al 29 aprile, i contagiati totali da Covid-19 sono aumentati del 14%: il dato più alto in Italia. Nello stesso periodo l’8,6% dei tamponi è risultato positivo: anche questo è il dato più alto in Italia. Negli ultimi dieci giorni, con 210 morti, la Liguria è stata spesso in testa a livello nazionale per il numero di decessi quotidiani rispetto alla popolazione. Dall’inizio dell’epidemia la letalità tra i malati è del 14,6%, il secondo dato peggiore in Italia dopo la Lombardia. Eppure la Regione è una delle prime ad aver allentato le misure del lockdown, con il presidente Giovanni Toti che il 27 aprile ha restituito la libertà di uscire di casa. “L’epidemia è in discesa – ripete – Tutti i principali indicatori lo confermano”.
È uno strano caso quello della Liguria, dove il primo malato di Covid-19 risale al 25 febbraio e l’epidemia è subito dilagata anche grazie ai possessori di seconde case che dal Nord si sono riversati in riviera. Dei 205.463 casi totali in Italia censiti il 30 aprile, 7.993 sono in Liguria. “Che non ha un numero di abitanti tali da distinguersi per decessi o contagi a livello nazionale”, segnala l’epidemiologo Valerio Gennaro, ex direttore del Registro Mesoteliomi della Liguria nell’ospedale San Martino di Genova. “Ma se si guarda in percentuale, è una delle più colpite dal Coronavirus”.
I dati di contagi e decessi
I dati del Ministero della Salute parlano chiaro. Pur essendo la dodicesima regione per popolazione (un milione e 550mila persone) la Liguria è infatti sesta per numero di contagi dopo Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana. In percentuale la Toscana è però sorpassata, perché ha più del doppio di abitanti ma 9.352 casi; lo stesso discorso vale per il Veneto, che ha 17.960 casi ma più del triplo di abitanti. Nella provincia di Genova, dove abitano 841 mila persone, ci sono stati 4.616 casi: più che quelli di tutta la Campania, oppure di Molise, Basilicata, Calabria, Val d’Aosta e Sardegna messi insieme.
La Liguria si distingue inoltre per la letalità del Coronavirus, ovvero la percentuale di deceduti tra i contagi accertati: è al secondo posto con il 14,6% di morti dopo il 18,2% della Lombardia, mentre la media nazionale è del 13,6%. La situazione non migliora neppure con il tasso di mortalità, ovvero il rapporto tra decessi e popolazione. L’associazione Medici per l’Ambiente di cui il dottor Valerio Gennaro è membro del comitato scientifico stima che mentre in Italia ci sono stati da inizio epidemia 45 morti ogni 100mila abitanti, in Liguria sono stati 74. Fanno peggio Lombardia, Valle d’Aosta, Emilia Romagna e Piemonte. “Ma negli ultimi dieci giorni di aprile il trend ligure è peggiorato: la Liguria è stata per metà delle volte la regione italiana con il più alto tasso di morti quotidiani, ed è sempre stata superiore al livello italiano”, sostiene Gennaro. I 15 decessi del 30 aprile, seppur dimezzati rispetto ai 33 del 20 aprile, significano 9,7 morti per milione di abitanti mentre l’Italia è a 4,7. “Solo il Piemonte ha un tasso superiore”.
L’ultima settimana di aprile: più contagi, più libertà
La settimana dal 22 al 29 aprile ha attirato l’attenzione anche della Fondazione Gimbe, che segnala come l’80% percento dei nuovi contagi e dei nuovi decessi siano stati in cinque regioni del Nord Italia. Tra queste c’è la Liguria con un incremento di contagi del 14%: il dato più alto in Italia, seguito dal 13,7% del Piemonte e lontano dalla media nazionale dell’8,7%. Secondo i dati del Ministero della Salute, negli ultimi sette giorni di aprile la Liguria è stata inoltre la regione con più casi positivi per tampone: l’8,6%, mentre in Piemonte sono stati 8,1% e in Lombardia 7,5%. Ogni 100mila abitanti in Liguria ci sono stati 9 nuovi casi di contagio: prima di lei solo la provincia di Trento e il Piemonte con 10 casi.
Eppure dal 27 aprile la Regione Liguria ha dato più libertà di spostarsi in auto, a piedi e in bicicletta; di correre, andare a cavallo e pescare sui moli, di riparare la barca o controllare la seconda casa; ha autorizzato il take away per bar, ristoranti e pasticcerie, e pure la toelettatura per cani. Dal punto di vista medico non si segnalano critiche, anzi. Tra le voci più autorevoli c’è il professore Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente della task force della Regione Liguria. Per Bassetti ogni giorno “continuano le buone notizie”. Il riferimento è ai ricoverati per Coronavirus in terapia intensiva e in altri reparti, che scendono stabilmente come a livello nazionale: il 22 aprile la Liguria aveva 952 ospedalizzati di cui 92 in terapia intensiva; il 30 aprile sono 745 e 69.
Per il presidente Giovanni Toti i dati degli ospedali “sono l’indicatore più importante”. I dati della Fondazione Gimbe, spiega, non tengono conto della politica regionale sui tamponi che privilegia i sintomatici e si concentra in luoghi come le residenze per anziani. “Andiamo a effettuare i tamponi in modo mirato, su campioni che hanno bisogno di essere tenuti sotto stretto controllo”. Giovanni Toti ribadisce che in Liguria “il numero dei contagi sta calando in modo importante”. Eppure mentre il 30 aprile in Italia il numero degli attualmente positivi è sceso di 3.016 persone (- 3%), in Liguria è salito di 19 unità. I nuovi contagiati (ovvero il dato che comprende nuovi positivi, più i guariti, più i decessi) a livello nazionale sono stati 1.872 in più rispetto al giorno precedente, con aumento dello 0,9 percento. In Liguria sono saliti di 104 unità, ovvero dell’1,3% cento: è il secondo peggiore aumento in Italia, dopo il Piemonte. Il sindaco di Genova Marco Bucci, intanto, sgrida i suoi abitanti perché mercoledì 29 aprile gli spostamenti in città sono aumentati dell’8 percento. Chiede un piccolo sforzo per restare a casa fine settimana e infine annuncia: “Da lunedì a Genova riapriranno parchi, spiagge e passeggiate”.
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