Coronavirus in Italia, le ultime notizie di oggi
CORONAVIRUS ITALIA ULTIME NOTIZIE – Continua a crescere il numero dei contagi di Coronavirus in Italia. Finora l’epidemia ha colpito 1.066.401 persone, provocando 43.589 morti. Qui le ultime notizie sul Covid-19 nel mondo. Di seguito tutte le ultime notizie sul Coronavirus in Italia di oggi, giovedì 12 novembre 2020, aggiornate in tempo reale.
Ore 20,37 – Roma, nel weekend stop metro e limitazioni alle vie shopping – Le grandi vie dello shopping di Roma diventano a numero contingentato: a quanto si apprende, verranno chiuse quando arrivano al “punto di saturazione” per prevenire il rischio di contagio da Covid. Le forze dell’ordine controlleranno che non si creino assembramenti e, in caso di chiusure, farà defluire le persone in eccesso nelle vie laterali. E poi le fermate della Metro A di Spagna e Flaminio, le più centrali, saranno chiuse il sabato e la domenica dalle 10 alle 20. Queste alcune delle decisioni prese dal Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza che si è riunito questa sera, coordinato dal prefetto di Roma Matteo Piantedosi. Tra le strade commerciali che diventano a numero chiuso via del Corso, le vie del Tridente, via Cola di Rienzo e il lungomare di Ostia.
Ore 19,00 – Arcuri: “A gennaio il vaccino, ma non sarà subito per tutti. Priorità alle categorie più fragili” – “Il vaccino sta arrivando ma non è ancora arrivato, non sarà disponibile da domani, né da subito per tutti. Stiamo stabilendo le categorie cui somministrare le prime dosi in base alla loro fragilità e la loro esposizione al virus. Le persone che lavorano negli ospedali saranno tra le prime a cui bisogna somministrare i vaccini così come le persone più anziane e che sono più fragili dovranno arrivare prima di quelle più giovani”. Lo ha annunciato il commissario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, nel corso della conferenza stampa settimanale sulla gestione dell’epidemia. “Confidiamo di poter vaccinare i primi italiani alla fine di gennaio, un milione e 700mila cittadini. La distribuzione dei vaccini è stata centralizzata dal Governo e collaboreremo con tutte le regioni e le province autonome. Non vorrei mai vivere in un paese in cui la possibilità di essere vaccinato dipende dal luogo dove vivo o dove sono nato”, ha aggiunto. Sull’andamento della pandemia, Arcuri ha dichiarato che “ci sono regioni dove si avvertono i primi segni di raffreddamento e altre dove la situazione resta critica e bisogna intervenire ancora per contribuire a raffreddare la crescita dei focolai. Servono misure non uniformi come quelle che sono state introdotte”.
Ore 17,05 – Il bollettino della Protezione civile – È di 635.054 persone attualmente positive (+21.696), 43.589 morti (+636), 387.758 guariti (+15.645), per un totale di 1.066.401 casi (+37.978), il bilancio inerente l’epidemia di Coronavirus in Italia emerso dal bollettino di oggi diffuso dalla Protezione Civile e dal ministero della Sanità. Dei 635.054 attualmente positivi, 29.873 (+429) sono ricoverati in ospedale, 3.170 (+89) necessitano di terapia intensiva, mentre 602.054 (+21.221) si trovano in isolamento domiciliare. Il numero dei tamponi processati oggi è di 234.672, contro i 225.640 di ieri e i 217.758 dell’altroieri. Il rapporto positivi/tamponi sale dal 14,6 per cento di ieri al 16,1 per cento di oggi. Per quanto riguarda le singole Regioni, ancora una volta la più colpita è la Lombardia (+9.291), seguita da Piemonte (+4.787(, Campania (+4.065), Veneto (+3.564) e Lazio (+2.686). Nessuna Regione ha registrato zero nuovi casi. Qui il bollettino completo.
Ore 15,45 – Sanitari positivi in ospedale Bari, chiuso reparto – Il reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale “Di Venere” di Bari è stato momentaneamente chiuso e sanificato a causa della positività al coronavirus riscontrata su 3 medici e 1 ostetrica in servizio. Il restante personale è risultato negativo al tampone molecolare, dopo un accurato screening a tappeto. Il reparto sarà riorganizzato da oggi fino al 15 novembre: saranno garantiti tutti i ricoveri urgenti e le attività ambulatoriali; mentre le gravidanze e i cesarei programmati e le gravidanze a rischio e pretermine saranno assicurati nelle strutture pubbliche (a Corato e Monopoli) e private convenzionate del Barese: “Miulli” ad Acquaviva, “Mater Dei” e “Santa Maria” a Bari.
Ore 15,40 – Cirio, in Piemonte situazione critica ma contagio rallenta – “In Piemonte la situazione sicuramente è critica, perché abbiamo un tasso di ospedalizzazione molto alto, ricoveriamo più della media nazionale, però abbiamo anche un contagio che sta leggermente rallentando la sua diffusione”. Lo ha affermato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, intervenendo a “Un giorno da Pecora” su Rai Radio1. Secondo il governatore Cirio a funzionare “non è tanto l’ultima zona rossa del governo, perché gli effetti si vedranno tra 4-5 giorni”, “sta funzionando – ha spiegato – il primo lockdown regionale, che io ho attuato con le mie ordinanze, perché in Piemonte da diverse settimane le scuole superiori sono in didattica a distanza, sono chiusi i centri commerciali il sabato e la domenica e la capienza sui mezzi pubblici è al 50%”.
Ore 14,30 – Boccia, possibili altri 20 mila posti in Covid Hotel – “In questo momento, in Italia, abbiamo 15 mila posti nei Covid Hotel, non sono tutti utilizzati, oggi faremo il punto con le regioni: ci sono regioni che ne hanno tanti e altre che non ne hanno affatto”. Lo ha detto il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, a l’Aria che tira, su La7. Perchè no sono stati attivati? “Questo ce lo spiegheranno oggi le Regioni”, ha aggiunto Boccia. “Abbiamo portato medici e infermieri volontari negli ospedali più critici e ora cerchiamo di rafforzare il personale anche nei Covid Hotel. Partiamo da una disponibilità ulteriore di circa 20 mila posti”, ha sottolineato Boccia.
Ore 14,15 – De Magistris: “Esercito? Non è momento carri armati” – “Questo è il momento di assumersi le responsabilità, non di far vedere che si mandano i carri armati”. Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, esprime così le sue perplessità sulla possibilità che il Governi rafforzi la presenza dell’esercito nel capoluogo campano per incrementare i controlli e dare maggiore sostegno al personale sanitario. “Non è questione di carri armati – ragiona – ma di tutelare la salute di tutti e stare vicini al popolo dal punto di vista sociale, economico e del lavoro. Questa è la risposta che un Governo forte e autorevole deve dare”.
Ore 14,10 – Zaia: “Raccomandate corsie preferenziali 2 ore per over65” – “Chi si sente comunità eviti di andare nei centri e lasci le corsie preferenziali nei negozi per gli over 65. Non dobbiamo giocare a guardia e ladri. Non è un obbligo ma è fortemente raccomandato: da domani la spesa dalle 8 alle 10 se ho meno di 65 non la vado a fare e sto già dando un grande segnale di civiltà”. L’ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia parlando nel corso di un punto stampa.
Ore 13,55 – Galli: “Oggi al Ps Sacco 14 codici rossi e 21 gialli” – “Questa mattina al Pronto Soccorso del Sacco ci sono 14 codici rossi e 21 codici gialli venuti per #covid_19 contro 23 codici verdi: è così da giorni. Chi arriva in maggioranza necessita di ospedalizzazione, mentre il resto non ha trovato risposta dal territorio ai suoi problemi”. A scriverlo su Twitter è il responsabile di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco, Massimo Galli.
Ore 13,30 – Ricoveri oltre livello di guardia in 13 regioni – In 13 regioni i ricoveri ordinari sono oltre, a volte anche ampiamente, la soglia critica del 40% di posti occupati da malati Covid fissata dal ministero della Salute. Lo si evince dall’ultimo monitoraggio dell’Agenas aggiornato a ieri sera. Anche a livello nazionale siamo ben oltre il livello di guardia, con il 53%. Ma nel territorio ci sono realtà ben peggiori: la Provincia autonoma di Bolzano risulta addirittura con il 99% di posti letto occupati da malati Covid, seguita da Piemonte (92%), Val d’Aosta (85%), Lombardia (75%) e Liguria (70%). Oltre la soglia, ma con valori più contenuti, Provincia autonoma di Trento (59%), Emilia Romagna (56%), Marche (55%), Umbria (52%), Campania (50%), Lazio (47%) e Abruzzo (41%), mentre la Puglia balla proprio sul limite del 40%. Anche il numero di terapie intensive occupate si conferma oltre il limite, al 34% a livello nazionale (in questo caso la soglia di rischio è del 30%), con 10 regioni oltre il livello di guardia: si tratta di Emilia Romagna (40%), Liguria (43%), Lombardia (50%), Marche (37%), Provincia Autonoma di Bolzano (48%), Provincia Autonoma di Trento (34%), Piemonte (48%), Toscana (46%), Umbria (54%) e Valle d’Aosta (57%). A entrambe le tabelle mancano i dati della Basilicata.
Ore 13,15 – Fondazione Gimbe: “Rivedere i criteri di monitoraggio o il lockdown totale sarà inevitabile”. “Serve un cambio di rotta sui criteri di monitoraggio o il lockdown sarà inevitabile”: lo afferma Nino Cartabellotta commentando il report settimanale della Fondazione Gimbe, da lui presieduta, sull’andamento di Covid in Italia relativa alla settimana 4-10 novembre. Leggi la notizia completa.
Ore 12,40 – Il bollettino dello Spallanzani – Il numero dei positivi al Covid ricoverati allo Spallanzani di Roma sono 248. È quanto emerge dal consueto bollettino medico diffuso dall’ospedale romano in cui si sottolinea che 43 pazienti necessitano di terapia intensiva e che i pazienti dimessi e trasferiti a domicilio o presso altre strutture territoriali sono a questa mattina 1.158.
Ore 11,00 – Sileri: “Piano vaccino c’è” – “Sento dire che mancano le celle frigorifere per conservare il vaccino, questa è altra benzina buttata sul fuoco”. A dirlo è il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, intervenuto alla trasmissione “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus. “A parte che non tutti i vaccini hanno bisogno di stare a -70 gradi, ma come si fa a dire che non ci sono frigoriferi negli ospedali? Allora come hanno fatto finora gli ospedali per conservare i farmaci? Poi si dice che non vi è un piano sulla vaccinazione e invece non è vero, il piano c’è”.
Ore 10,00 – Piemonte verso stretta assembramenti luoghi pubblici – Il Piemonte va verso nuove restrizioni contro gli assembramenti nei luoghi pubblici. Domani pomeriggio, il presidente della Regione, Alberto Cirio, farà il punto con l’unità di crisi e con gli esperti per valutare una stretta più forte nei confronti degli affollamenti in piazze e parchi cittadini.
Ore 9,00 – Crisanti: “Vaccino Pfizer barlume di luce” – “Il vaccino della Pfizer è un barlume di luce: però bisogna guardarlo nei dettagli. C’è un problema logistico, perché ha bisogno di una catena del freddo a -80 e la tecnologia per la conservazione in Italia non è disponibile nei punti di distribuzione, quindi farmacie e studi medici”. Lo dichiara Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di microbiologia di Padova. “Il vaccino – ha aggiunto – non può avere un impatto sull’epidemia prima di 12 mesi. Verso ottobre-novembre 2021 vedremo dei veri cambiamenti”.
Ore 8,30 – Chiusura di negozi e strade: governo punta al lockdown “leggero” entro il fine settimana. A differenza del passato, non sarà un nuovo Dpcm ad indicare nuove chiusure, ma una serie di ordinanze del ministro della Salute, insieme ai provvedimenti di governatori e sindaci. Leggi la notizia completa.
Ore 8,00 – In sei città chiudono piazze e strade – Continuano le misure locali per contenere l’epidemia di Covid ed evitare di dover ricorrere al lockdown nazionale. Proprio al fine di evitare assembramenti nelle vie e nelle piazze delle città, i sindaci di sei comuni, Roma, Firenze, Bari, Verona, Bologna e Palermo, hanno deciso di far scattare delle ulteriori restrizioni già dal prossimo weekend. A Roma verranno intensificati i controlli nei parchi e sul litorale, mentre nel weekend gli accessi alle vie dello shopping saranno contingentati. A Firenze bar e ristoranti saranno chiusi nel fine settimana, ma si sta valutando anche di vietare l’accesso in alcune piazze.
A Palermo, invece, un’ordinanza firmata dal sindaco Leoluca Orlando dispone: “fino al 3 dicembre il divieto di stazionamento per le persone, dal lunedì al venerdì dalle 16 e fino alle 22; sabato, domenica e festivi dalle 5 alle 22, nelle zone del centro di Palermo”. La stessa misura scatterà “sabato e domenica, dalle 5 alle 22, anche in tutto il litorale, comprese spiagge, coste, aree verdi aperte al pubblico”. A Bologna nelle vie e nelle piazze del centro saranno vietati eventi e manifestazioni, incluse le esibizioni degli artisti di strada, mentre a Bari verranno chiusi tre giardini e lo skate-park. A Verona, invece, si è deciso di far scattare il senso unico nei percorsi pedonali, ma si studiano ulteriori restrizioni, come gli accessi contingentati al centro storico.
Ore 07,00 – Franceschini: “Non esiste il tema di chiudere tutto” – “Non esiste il tema di chiudere tutto”. Così il ministro dei Beni culturali e Turismo Dario Franceschini, intervenuto a Stasera Italia su Rete4, sulla possibilità di un nuovo e generalizzato lockdown per l’intero Paese a partire dal prossimo fine settimana.
Ore 06,30 – Boccia: “Resistere, ma no riapertura come ad agosto” – Il Natale che faremo non sarà uguale a tutti gli altri che abbiamo fatto, ma sarà inevitabile. Dobbiamo resistere fino a gennaio-febbraio, dobbiamo tenerci per mano. Servirà riaprire ma non come a Ferragosto, da qualche parte in estate è partita la frizione”. Lo ha detto il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, a Porta a porta in onda stasera.
Ore 06,00 – Calderoli: “Vaccini con Arcuri? Italia stai serena” – “Mascherine, bombole d’ossigeno, banchi a rotelle, la App Immuni, adesso persino la gestione dei vaccini anti Covid. Il commissario Domenico Arcuri ormai è responsabile di tutto e il contrario di tutto, tra poco inizierà a moltiplicare pani e pesci, a camminare sulle acque. In pratica deve fare tutto lui o meglio dovrebbe fare tutto lui perché se sui vaccini si muoverà come con le mascherine o i banchi rotelle allora c’è poco da stare sereni…”: lo afferma il Roberto Calderoli, Vice Presidente del Senato.
Il ministro Boccia: “Non ci sarà un lockdown come a marzo” – “La data del 15 novembre non esiste, c’è una decelerazione della curva ma noi dobbiamo chiederci se le reti ospedaliere reggono e questo lo vediamo monitoraggio dopo monitoraggio. Io escludo che si possa fare un lockdown come quello di marzo e aprile, non escludo però che possano esserci altri interventi restrittivi con zone rosse anche in altre Regioni, non sarà comunque una colpa”. Lo ha detto il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia intervistato a CartaBianca su Rai 3. “Non c’è nessuno sconto per nessuno – ha aggiunto – la posta in palio è così alta che non consente di fare alcuna valutazione benevole. Se i dati dicono che una Regione deve essere di quel colore vi assicuro che lo diventa”.
Team di scienziati contro il governo: “L’epidemia si poteva fermare in 20 giorni e senza lockdown, ma la nostra proposta è stata ignorata”. L’alternativa al lockdown imposto in Italia nei mesi di marzo e aprile c’era, ma è stata ignorata dal governo: lo afferma un team di scienziati, riunito sotto il nome di Lettera150, che il 29 marzo scorso ha inviato al presidente del Consiglio Conte e al ministro della Salute Speranza un documento in cui veniva proposta una misura di contenimento della diffusione del virus alternativo alla chiusura totale del Paese. Qui la notizia completa.
Il governo punta a evitare il lockdown: molte regioni cambieranno “colore” e sono in arrivo nuove strette. Entro la fine della settimana quasi tutte le regioni siano in fascia arancione o rossa. Al vaglio nuove restrizioni per gli esercizi commerciali. Leggi qui la notizia.
Ricciardi: “Uniamoci altrimenti sarà una tragedia” – “Dobbiamo riabbracciare uno spirito nazionale, mettere da parte la rabbia che un pò tutti abbiamo, perchè onestamente qualcosa di meglio si poteva fare, e avviarci a questa nuova battaglia che altrimenti sarà veramente una tragedia”. A chiederlo è Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute e docente di Igiene all’università Cattolica, ospite di Agorà su Rai 3. “E’ peggio della prima ondata – avverte Ricciardi – perchè ci avviciniamo al freddo, all’influenza, a una situazione che non sarà facile recuperare in termini di risposta sanitaria, quindi veramente uniamoci e cerchiamo di combatterla insieme”.
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