In Italia i contagi da Coronavirus registrati nella settimana 19-25 agosto sono quasi raddoppiati rispetto alla settimana precedente: 6.538 contro 3.399 (+92,4%). Sono i dati della Fondazione Gimbe e bisogna trattarli con cautela: l’incremento dei casi infatti si spiega, almeno in parte, con il forte incremento dei tamponi (+48,8%). Il rapporto positivi/casi testati è salito dallo 0,8% al 2,1%. Quanto alle ospedalizzazioni, il numero dei pazienti ricoverati con il Covid-19 è cresciuto di un quarto, mentre sono aumentati circa del 14% i pazienti in terapia intensiva.
“Queste spie rosse, piuttosto che generare inutili allarmismi, devono infondere una comune consapevolezza sull’andamento dell’epidemia nel nostro Paese al fine di mantenere alta la guardia, sia da parte delle istituzioni che devono potenziare la sorveglianza epidemiologica, sia da parte dei cittadini, chiamati ad attenersi a tutte le misure di sicurezza senza minimizzazioni di sorta”, commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe.
Coronavirus Italia, nessun confronto con marzo-aprile
Questi numeri, però, rimarca Cartabellotta, “non possono essere confrontati con quelli dei primi mesi dell’epidemia perché le dinamiche epidemiologiche sono completamente diverse”. “Dello tsunami che si è abbattuto sul nostro Paese non abbiamo mai conosciuto la fase iniziale: il Coronavirus circolava insidiosamente sottotraccia con migliaia di asintomatici che infettavano senza saperlo parenti, amici e colleghi di lavoro”.
“Se è legittimo chiedersi se i numeri attuali sono i segnali di una nuova ondata, è ragionevolmente certo che non rivedremo le drammatiche scene di marzo/aprile perché oggi la situazione epidemiologica è attentamente monitorata, il servizio sanitario è ben organizzato e, dunque, non potrà esserci alcun effetto sorpresa”, sottolinea ancora il presidente della Fondazione Gimbe. Tuttavia “non bisogna concedere ulteriori vantaggi al Coronavirus, tanto più che i numeri riflettono sempre comportamenti di 3-4 settimane fa”.
Coronavirus Italia: il 92% dei casi in 11 regioni
Dal report della Fondazione Gimbe emerge anche un quadro profondamente diverso da zona a zona: il 91,8% dei nuovi contagi (19.714) è concentrato in undici regioni, mentre le altre 7 regioni e due province autonome sommano appena l’8,2% dei casi totali italiani.
In particolare, il 33,4% dei nuovi contagi è stato registrato in Lazio, Emilia-Romagna e Veneto, il 29,4% in Lombardia e un ulteriore 29% in Campania, Piemonte, Toscana, Sicilia, Puglia, Sardegna e Liguria. Solo quattro regioni fanno registrare una riduzione di nuovi casi, peraltro piuttosto esigua (-55).
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