Nell’ultimo mese in Italia i contagi da Coronavirus sono aumentati del 141 per cento. Il calcolo è stato fatto dalla Fondazione Gimbe, che per bocca del suo presidente, Nino Cartabellotta, avverte: “La risalita nella curva dei contagi desta non poche preoccupazioni sia perché l’incremento inizia a riflettersi progressivamente sull’aumento delle ospedalizzazioni, sia perché solo negli ultimi due giorni, peraltro non inclusi nella nostra analisi settimanale, sono stati riportati quasi 1.500 nuovi casi”.
“Dopo quattro settimane di crescita costante siamo davanti a segnali che invitano a mantenere l’attenzione molto alta sull’andamento dell’epidemia nel nostro Paese”, sottolinea Cartabellotta. In particolare, secondo la Fondazione Gimbe, tra il 12 e il 18 agosto i nuovi casi di contagio da Coronavirus in Italia sono cresciuti del 20,6 per cento rispetto alla settimana precedente (a fronte di un lieve aumento dei casi testati, 180.300 contro 174.671). Sono aumentati del 18,4 per cento i pazienti in terapia intensiva e del 5,2 per cento quelli ricoverati con sintomi. Rispetto alla settimana 15-21 luglio l’aumento dei contagi registrati è del 141 per cento.
“Nell’ambito di un quadro di circolazione endemica del virus si conferma il trend in progressivo aumento dei nuovi casi, siano essi autoctoni, di importazione (stranieri) o da rientro di italiani andati in vacanza all’estero”, avverte Cartabellotta. “Se da un lato bisogna evitare inutili allarmismi, dall’altro non è ammissibile sottovalutare il costante aumento dei nuovi casi, anche in vista di appuntamenti cruciali per il Paese, quali riapertura di scuole e università e consultazioni elettorali”.
“L’arma migliore per una serena convivenza con il virus – conclude il presidente della Fondazione Gimbe – rimane la massima aderenza ai comportamenti raccomandati: dal frequente lavaggio delle mani alle misure di igiene respiratoria, dal distanziamento sociale all’uso della mascherina negli ambienti pubblici al chiuso e all’aperto dove non è possibile mantenere la distanza minima di un metro, al rigoroso rispetto del divieto di assembramenti. Dal canto loro, le autorità sanitarie devono potenziare la sorveglianza epidemiologica, sia per identificare e circoscrivere i focolai, sia per individuare tempestivamente casi di importazione e di rientro”.
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