Coronavirus, ristoratore italiano alle Mauritius: “C’è razzismo contro di noi”
L’emergenza coronavirus scoppiata improvvisamente in Italia rischia di far provare ai nostri cittadini l’incubo dell’isolamento, del respingimento, dell’intolleranza che sfocia nel razzismo: ne sa qualcosa un ristoratore italiano, residente da dieci anni alle isole Mauritius, che in questi giorni ha notato un crollo del numero degli avventori nel suo locale.
L’uomo si è sfogato ai microfoni di Rai Radio 2, intervenendo nella notte all’interno della trasmissione I Lunatici: “Io vivo a Mauritius da dieci anni – ha detto il ristoratore – e manco dall’Italia da due anni. Eppure il mio ristorante di cucina italiana nel sud di Mauritius sta perdendo tantissimi clienti negli ultimi giorni. Molti clienti mi fanno battute brutte perché sono italiano, mi chiedono se mi sono lavato le mani o cose del genere. Il razzismo c’è in Italia contro i cinesi, ma c’è anche qui contro gli italiani“.
“Che c’entro io con il Coronavirus? Sono due anni che non vengo in Italia”, ha continuato il ristoratore, che si chiama Giuseppe. “La clientela del mio ristorante in questi giorni è molto diminuita e quelli che vengono quasi mi guardano male”.
Le isole Mauritius, una sorta di paradiso terrestre nell’oceano Indiano e nota meta turistica per migliaia e migliaia di europei, negli ultimi giorni hanno fatto parlare molto di sé per alcune decisioni prese per affrontare l’emergenza coronavirus. Su tutte, la scelta di non far sbarcare i 40 italiani a bordo di un volo Alitalia atterrato ieri mattina. Al punto che i 40 connazionali (tutti provenienti da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna), che potevano scegliere se rientrare in Italia oppure sottoporsi a una quarantena obbligatoria di 14 giorni, hanno tutti scelto la prima opzione. Perdendo i soldi del viaggio, il tempo e soprattutto la pazienza.