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    Cosa vuol dire esattamente aver isolato il Coronavirus

    Coronavirus al microscopio

    L'importante risultato dell'ospedale Spallanzani di Roma è utile per studiare il virus che sta terrorizzando il mondo intero

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 2 Feb. 2020 alle 18:03 Aggiornato il 2 Feb. 2020 alle 18:15

    Cosa vuol dire esattamente aver isolato il Coronavirus

    I virologi dell’ospedale Spallanzani di Roma hanno isolato il nuovo Coronavirus, responsabile di oltre 300 morti e decine di migliaia di contagi in tutto il mondo.

    È stato il ministro della Salute Roberto Speranza ad annunciarlo in conferenza stampa nella Capitale: “Abbiamo isolato il virus e questo significa che abbiamo molte opportunità di poterlo studiare, capire e verificare meglio cosa si può fare per bloccare la diffusione. Il virus sarà messo a disposizione di tutta la comunità internazionale. Ora sarà più facile trattarlo”.

    “Aver isolato il virus tempestivamente pone l’Italia in una posizione di vantaggio – ha detto il direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito -, perché diventa un interlocutore incredibile”.

    Virus isolato: cosa significa

    La sequenza parziale del virus isolato nei laboratori dello Spallanzani, denominata 2019-nCoV/Italy-INMI1, è già stata depositata nel database GenBank.

    Si tratta di un passaggio importante: nonostante il virus fosse già stato analizzato in Cina e messo in coltura in Francia dall’Institut Pasteur, quello dell’Italia è un incredibile risultato.

    La disponibilità dei dati sul virus consentirà, spiegano i ricercatori, “di perfezionare i metodi diagnostici esistenti ed allestirne di nuovi”: un riferimento, soprattutto, ai test per capire in tempi rapidi se una persona è infettata o meno.

    Sarà anche più semplice “studiare il meccanismo della malattia per lo sviluppo di cure e la messa a punto del vaccino”.

    Maria Capobianchi, direttore del laboratorio di virologia dello Spallanzani ha spiegato: “Avere a disposizione il virus in un sistema di coltura ci dà la possibilità di studiarlo, quindi di capire i meccanismi della malattia e ci permette di valutare l’efficacia dei farmaci sperimentali. Di fare cioè i primi passi verso l’identificazione dei famarci e ci permette di affinare le tecniche diagnostiche”.

    Ma una volta isolato, cosa succede? La direttrice Capobianchi ha chiarito: “Sempre quando si scoprono dei virus nuovi il materiale di partenza cruciale è il virus perché averlo a disposizione significa avere uno strumento per perfezionare la diagnosi e mettere in piedi test sierologici che ancora non ci sono e che significano la ricerca degli anticorpi, quindi la risposta delle persone all’infezione, anche in termini di risposta neutralizzante, ovverosia protettiva, capace di inattivare il virus”.

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