Fino a poche settimane fa l’Italia sembrava andare verso un Natale con restrizioni soft, grazie al calo dei contagi. Adesso le intenzioni del Governo sembrano dirigersi nella direzione opposta, con il Paese che potrebbe ritrovarsi in zona rossa o arancione durante i giorni “caldi” delle festività natalizie. Una nuova stretta, sul modello di quanto deciso da Angela Merkel in Germania, resa necessaria anche dopo le immagini delle folle che si sono riversate lungo le vie dello shopping durante il weekend soprattutto nelle grandi città.
“Mi sembra il solito tira e molla della politica, dovuta alla la presenza di anime diverse dentro al governo e nella stessa opposizione”, dichiara Massimo Galli, primario delle malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, commentando il cambio di rotta dell’esecutivo. “Ho appena incontrato un conoscente che stimo, e che mi ha detto: “Sono stato in centro, c’era una quantità di gente incredibile, è possibile che non capiscano?” Qualche volta anche chi è ben intenzionato finisce per non cogliere il messaggio di fondo, e cioè che bisogna limitare al massimo le situazioni pericolose”, dice amareggiato l’infettivologo, intervistato da Repubblica. “L’impressione è che, appena si dà un minimo segnale di rilassamento delle misure, la gente si prenda il braccio e non solo il dito”, aggiunge.
E sulle prospettive future, con l’incubo di una terza ondata della pandemia, Galli spiega: “Rischiamo di vanificare tutti i sacrifici fatti. E questo su e giù, questo apri e chiudi mi sembra finisca per danneggiare l’economia più di una cura magari un po’ intensa, ma dalla durata certa. Se si va avanti così, ci porteremo dietro il coronavirus per chissà quanto. Almeno fino all’immunità di gregge che, se andrà tutto bene, arriverà tra un anno”.
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