“Abbiamo lanciato la via lombarda per la libertà, un programma per riaprire le attività dal 4 maggio. Si tratta di adeguarsi alla “nuova normalità” che passa dalle quattro D: Distanza (almeno un metro di sicurezza tra le persone). Dispositivi (obbligo di utilizzare le protezione per tutti) . Digitalizzazione (Smart working obbligatorio per tutti coloro che possono). Diagnosi (Test sierologici, grazie alla ricerca del San Matteo di Pavia)”, così il governatore della Lombardia Attilio Fontana.
Nonostante la regione rimanga la fetta dello Stivale più in difficoltà causa Covid-19, la giunta di Attilio Fontana lancia un piano per la “nuova normalità”, in cui le stelle polari sono programmazione, prevenzione e cura.
Un annuncio che ha sollevato più di una perplessità a Palazzo Chigi: “sorpresa” per il cambio di linea, scetticismo per una proposta “intempestiva ” e il sospetto che l’annuncio serva al Pirellone per distogliere l’attenzione dal caso giudiziario delle morti nelle Rsa.
Il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia non ha nascosto le sue perplessità: “Fontana fa parte della cabina di regia nazionale – dice – se vuole fare delle proposte, quello è il luogo istituzionale per farle “. Non da meno il viceministro al Mise, Stefano Buffagni: “La richiesta della Lombardia è un errore”.
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