A Foligno si respira un clima teso, in questi giorni, e la causa scatenante è la caduta da un monopattino elettrico. Sembra un episodio banale, ma da qui ha inizio non solo una storia che parla di Covid, ma anche di chiacchiere e di una verità che forse è ancora da ricostruire. Ma partiamo dall’inizio. La sera di domenica 26 aprile un ragazzo di 19 anni di Foligno è su un monopattino e, mentre sfreccia veloce lungo una via della cittadina umbra, cade. Fin qui non è ben chiaro perché sia in giro, nonostante il lockdown, fatto sta che la caduta è rovinosa e il ragazzo si frattura la mandibola. Il giovane, tra parentesi, aveva avuto un caso di Coronavirus in famiglia, che poi si era risolto al meglio.
All’ospedale di Foligno, dopo le prime cure, si stabilisce che il ragazzo debba essere operato presso la struttura Santa Maria di Terni, dunque va trasferito. A Terni però fanno sapere che opereranno il ragazzo ma solo dopo che avrà effettuato il tampone per evitare contagi imprevisti. Il ragazzo risulta positivo, sebbene sia stato sempre asintomatico. E da questo momento iniziano i problemi, le chiacchiere, le contraddizioni nella vicenda.
Il diciannovenne infatti deve fornire la lista delle persone con cui è entrato in contatto di recente per far fare i tamponi a chi è stato esposto. Quindi la prima domanda è: dove era andato con quel monopattino la sera del 26? Le versioni sono tre: c’è quella della famiglia del ragazzo, quella della Usl Umbria 2 e quella di alcuni cittadini di Foligno. Le ultime due coincidono, la prima decisamente meno.
Partiamo da quella circolata su chat e note vocali in città: il ragazzo quella sera era fuori, a casa di un amico, a mangiare la pizza con amici e amiche (pare 4 persone). Mentre torna a casa cade, si fa male e va all’ospedale. Le chat e le note vocali fanno nomi e cognomi e i toni sono piuttosto irritati per via dell’irresponsabilità del gesto. Qualcuno dice che la madre di uno dei ragazzi è anche infermiera in un ospedale. Nei messaggi si manifesta molta preoccupazione per la cittadina e per l’ipotesi che possa diventare zona rossa. Si dice, inoltre, che tutti i ragazzi della cena sono stati sottoposti a tampone.
La voce circola di casa in casa e, di fronte alle chiacchiere, la famiglia del ragazzo si difende inviando rettifiche ai giornali e siti locali tramite legali: “Il ragazzo si era recato a comprare le sigarette. La famiglia è stata messa in isolamento. Diligentemente sono stati forniti i nomi dei contatti. Solo questa mattina sono stati effettuati i tamponi di cui non si conoscono gli esiti. Non vi è stata alcuna festa di compleanno”. Insomma, due versioni completamente diverse, anche se non si comprende che tipo di contatti possa aver avuto un ragazzo di 19 anni che come tutti, si presume, salvo impegni lavorativi certificati, non dovrebbe aver avuto incontri con nessuno fuori dalla famiglia o dai conviventi o da un commesso al supermarket.
Arriva dunque la versione definitiva, quella della Usl Umbria 2: “Sono stati tracciati i contatti stretti ed effettuati quattro tamponi a ragazzi venuti a contatto con il giovane”. Insomma, una versione che parrebbe più vicina a quella di alcuni cittadini che a quella della famiglia, sebbene non sia stato chiarito in quale circostanza il ragazzo avrebbe incontrato i quattro ragazzi.
La buona notizia, in tutta questa vicenda, è che l’operazione alla mandibola è andata bene e il ragazzo verrà presto dimesso e mandato a casa. Riguardo il resto, ovvero la verità sulla sera della caduta, sono in corso accertamenti da parte del commissariato della polizia di Stato di Foligno attraverso testimonianze e l’analisi di chat social e Whatsapp. A Foligno, intanto, il clima è di legittima preoccupazione condita da veleni, mezze verità e forse qualche bugia.
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