Coronavirus, il messaggio di speranza nella Festa del papà: “Insegniamo ai figli la resilienza”
“Se c’è una cosa che ho imparato sin da piccolo è che dobbiamo mantenere la speranza e allenare la nostra capacità di rimetterci in gioco”. Per la Festa del Papà ai tempi del Coronavirus, Vito Grassi, un uomo di 50 anni che ha avuto un percorso di vita nato sotto i peggiori auspici, poi trasformatosi in un’avventura meravigliosa, vuole lanciare questo messaggio a tutti gli altri papà nel corso dell’emergenza globale che stiamo vivendo.
Vito, oggi uomo e padre, è cresciuto nel Villaggio SOS di Ostuni, dove è arrivato a poche settimane di vita, a causa della morte della madre. Suo padre aveva altri 9 figli e non era nelle condizioni di occuparsi di lui. Dopo poco, al Villaggio SOS sono arrivati altri 4 fratelli, 2 maschi e 2 femmine. Lì Vito ha vissuto fino al diploma superiore. Poi è andato all’Università e dopo il percorso di studi a Milano è diventato direttore in un punto vendita di un’importante catena della grande distribuzione.
Oggi Vito ha una sua famiglia, due bambini di 9 e 7 anni, e con sua moglie ha ricostruito quello che la sorte gli aveva tolto. Per lui, l’esperienza e la formazione ricevuta al Villaggio SOS sono una risorsa in più dinanzi all’emergenza che stiamo vivendo. “Mi sembra di rivivere, in alcuni momenti, l’esperienza del Villaggio SOS”, dice, “fatta di condivisione, ascolto, preoccupazione e superamento insieme delle preoccupazioni. Se non altro la mia esperienza nel Villaggio SOS e quella di mia moglie nella sua famiglia ci stanno agevolando nella gestione della contingenza sopraggiunta”.
Come in tutte le famiglie, anche in quella di Vito è stato necessario inventarsi una nuova routine, nuovi ruoli all’interno delle mura domestiche: “Oltre a essere mamma e papà, cerchiamo di essere ogni giorno un po’ maestri. Al mattino, dopo aver fatto colazione tutti insieme e aver sistemato la casa, scarichiamo i compiti dal registro elettronico e iniziamo a studiare”.
Come altri papà e mamme, Vito oggi rischia di perdere il posto di lavoro, anche causa dell’epidemia. La sua azienda è in amministrazione straordinaria e le prospettive, dato lo scenario generale, non sono rosee. Insieme a lui ci sono altre 1800 persone ed è anche a loro che va il suo messaggio di fiducia: “Se c’è una cosa che ho imparato sin da piccolo è che dobbiamo mantenere la speranza e allenare la nostra capacità di rimetterci in gioco. Ne parlo anche con i miei figli, in un modo adatto alla loro età, e il messaggio che dò loro è che dobbiamo vincere la fragilità e rafforzarci, imparare la resilienza. Quella che io ho imparato e costruito, giorno per giorno, nei miei anni al Villaggio SOS”.
Sono più di 2500 i bambini e ragazzi accolti negli anni nei Villaggi SOS di Ostuni, Trento, Roma, Saronno, Vicenza e Mantova. In questo momento di difficoltà, i Villaggi SOS hanno lanciato una raccolta fondi per far fronte all’emergenza, perché hanno bisogno di acquistare materiali sanitari, come disinfettanti, e PC e device per garantire a tutti i bambini e i ragazzi la possibilità di seguire le lezioni a distanza. “Per garantire tutto questo ai bambini e ragazzi che accogliamo abbiamo bisogno del sostegno di ognuno di voi”, fanno sapere. “Anche una piccola donazione può fare la differenza”.
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