Coronavirus, gli esperti del governo lavorano alla fase 2: cosa prevede
Tutti a casa fino a Pasquetta, poi, se i numeri dei nuovi contagi saranno drasticamente calati, avrà inizio la fase 2, quella che il governo definisce della “convivenza” con il Coronavirus: ma di che cosa si tratta e cosa prevede questo periodo sospeso tra la fine del lockdown e il ritorno all’assoluta normalità? Lo vediamo di seguito, attraverso alcune delle misure e ipotesi alle quali stanno lavorando gli esperti del comitato tecnico scientifico. Partiamo anzitutto proprio dalla suddivisione delle 3 fasi indicate dal governo per indicare i diversi step da raggiungere nel corso dell’emergenza provocata dall’epidemia di Coronavirus in Italia.
Attualmente siamo nella fase 1, quella in cui, attraverso il lockdwon, si tenta di contenere l’infezione, evitando così nuovi contagi e decessi. Una volta che i numeri saranno contenuti e il pericolo del contagio risulterà minore, potrebbe essere il 14 aprile così come settimane dopo questo ancora non si può sapere, avrà inizio la fase 2, ovvero quella definita da Conte nel corso della conferenza stampa tenutasi nella serata di mercoledì 1 aprile di “convivenza con il virus”. Durante questo periodo verranno adottate delle misure che portano a un allentamento e che conducono alla fase 3, quella dell’uscita dall’emergenza, della ripresa della normalità e della ricostruzione.
Il premier non ha ovviamente parlato di tempistiche per un motivo molto semplice: la fase 2 potrebbe durare anche mesi e il ritorno alla normalità con l’avvio della fase 3 è comunque messo in discussione da una possibile ondata di ritorno del contagio, che può essere debellato con assoluta certezza solamente con la creazione di un vaccino. Ma come sarà questo periodo di convivenza con il Covid-19? È quello a cui stanno lavorando gli esperti al servizio del governo. L’idea anzitutto è quella di sviluppare un’app, sul modello di quella già utilizzata in Corea del Sud e che si è rivelata assai efficace nel contenere l’epidemia, che sia in grado di tracciare gli spostamenti dei nuovi contagiati da Coronavirus. Essere in grado di ricostruire in breve tempo tutti i luoghi visitati e le persone con cui è stato a contatto un positivo da Covid-19, infatti, potrebbe permettere di contenere immediatamente l’avvio di un nuovo focolaio, evitando una sorta di Codogno bis, ovvero una situazione in cui il virus si diffonde indisturbato per circa un mese senza alcuna misura contenitiva.
Un’altra ipotesi a cui stanno lavorando gli esperti è quella di lavorare, con l’aiuto delle Regioni, a una grande inchiesta di sieroprevalenza nazionale. L’obiettivo, infatti, sarebbe quello di calcolare l’esatto numero di persone contagiate dal Coronavirus per capire quanti cittadini italiani abbiano sviluppato gli anticorpi contro l’infezione. Le persone immuni, quindi, potrebbero tornare alla vita di tutti i giorni prima delle altre, salvaguardando così la salute degli altri. Per quanto riguarda il lavoro, la riapertura delle attività produttive dovrebbe essere scaglionata a seconda dell'”importanza” e delle misure di sicurezza che saranno in grado di mettere in campo. Ristoranti, bar, cinema e teatri, ad esempio, potrebbero essere gli ultimi della lista, a patto che riescano a garantire la distanza di almeno 1 metro tra un cliente e l’altro, mentre barbieri e parrucchieri potrebbero riaprire anche subito a patto che venga servito un solo cliente alla volta previa prenotazione su appuntamento. Si cenerà distanziati, dunque, così come potrebbe essere obbligatorio o quantomeno strettamente consigliato indossare guanti e mascherine nei luoghi pubblici, a partire dai mezzi di trasporto per cui si sta pensando di ridurre la capienza per evitare assembramenti, che potrebbero rivelarsi dannosi per la salute.
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