Coronavirus, esce dalla zona rossa e va a sciare: il genio della settimana
L’uomo ha 50 anni e abita a Vo’, uno dei centri ubicati nel pieno della zona rossa in Veneto, lì dove purtroppo si è registrata la prima vittima all’inizio del contagio. Le zone rosse sono state istituite perché, in una situazione emergenziale come questa, diventa straordinariamente importante circoscrivere l’infezione ed evitare il sovraffollamento (già in atto) delle strutture ospedaliere. Il Coronavirus chiede a tutti di esercitare il proprio senso di responsabilità e il senso di responsabilità qui da noi, dai massimi livelli in giù, è qualcosa di raro in questi tempi.
Il nostro 50enne di Vo’ ha pensato bene di fuggire dalla quarantena per godersi un fine settimana di sci sulle montagne del Trentino: deve avere pensato che l’essere risultato negativo al tampone fosse una giustificazione abbastanza valida per fottersene e per sollazzarsi, fregandosene anche di ciò che da giorni continua ossessivamente a ripetere la comunità scientifica. Venerdì scorso, mentre beatamente sciava sulle spalle di un Paese in piena emergenza, le sue adorate montagne l’hanno tradito e una caduta sulla pista gli ha procurato la frattura del femore. Arrivano i soccorsi e lo trasportano nel vicino ospedale di Cavalese, dove il personale medico si accorge di avere a che fare con una persona che avrebbe dovuto essere in quarantena a casa sua.
Immaginate l’allarme, tutte le precauzione che sono state adottate e i disagi all’interno della struttura ospedaliera: quello è il prezzo dell’irresponsabilità di un singolo, ovviamente pagato da tutti. Qualcuno cerca di sminuire la vicenda raccontandoci che anche al secondo tampone il paziente sarebbe risultato negativo, come se fosse quello il problema e non l’atteggiamento sconsiderato dell’uomo. Ma non è l’unico caso, no.
A Montesilavano, in Abruzzo, una folla si è accalcata per assistere a un’esibizione di Elettra Lamborghini, che ha firmato autografi e scattato foto con i suoi fan. Migliaia di persone addossate una sull’altra che sono state fatte sfilare a distanza di sicurezza solo nel breve percorso dalla calca alla cantante. Il Coordinamento Studenti Medi Venezia-Mestre ha organizzato un bel pranzo sociale, tutti insieme tutti vicini vicini, “contro la psicosi” per rilanciare la socialità nei modi espressamente vietati dal decreto di governo.
Piccoli gesti scriteriati che vorrebbero essere scintillanti e rivoluzionari e che ripropongono esattamente le modalità di contagio di quei numeri che ascoltiamo ogni sera snocciolare dalla Protezione Civili. Bravi tutti, davvero.
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